Niente barriere frangiflutti, niente via verde. A mali estremi l’amministrazione di Casalbordino risponde con estremi rimedi. Summit ieri mattina al capezzale di quel che resta della riviera di Casalbordino divorata dal mare. I tecnici della Regione insieme a quelli del Comune e ai rappresentanti delle associazioni di categoria hanno verificato i danni.
Il sindaco Filippo Marinucci è tornato a chiedere un intervento immediato. Dopo la spiaggia il mare sta attaccando la strada litoranea.
” La Regione ci ha concesso 400mila euro”, dice Marinucci. ” Ne servono 5 volte tanto per rimediare a tutti i danni”. Non basta. La via verde non ha più spazi per attraversare Casalbordino e dovrebbe attraversare il lungomare.” Non posso fare abbattere le strutture o eliminare i parcheggi”, dice Marinucci. ” A queste condizioni diciamo no alla via verde”.
Marinucci torna a reclamare barriere come quelle fatte a Torino di Sangro. ” Non è possibile stanziare milioni per le piste ciclabili e permettere che l’economia di un paese finisca tutta a mare”, incalza Marinucci. Tanta la rabbia degli operatori.
“E’ bastato il colpo di coda primaverile di Burian”, scrive Nicola Bussoli presidente dell’associazione A.mare ” per spazzare via un decennio di interventi che avrebbero dovuto fermare l’erosione della costa casalese. Milioni di euro in ripascimenti ripetuti, pennelli inermi, scheletriti dalla furia delle onde e barriere colabrodo hanno sortito il solo effetto di rendere ancora più drammatica la situazione. Non è più a rischio la semplice stagione balneare”,denuncia l’operatore. ” Ora è a rischio la stessa sopravvivenza del lungomare e delle strade contigue . Via Bachelet e via Alessandrini sono state devastate in questi giorni dalla furia del mare”.
I marosi sono arrivati alla pineta. Dal fiume Osento, passando per la zona dunale, fino ad arrivare al fiume Sinello è sparita la spiaggia.
” Lo scenario è simile ad un percorso di guerra”, denuncia Nicola Bussoli .” Ormai ci sono solo immense distese di sassi e detriti. Le fondamenta dei lidi sono in ammollo, le barche sono finite sulla strada. Trasportate dalla furia dei marosi. Da anni”, prosegue il presidente di A.mare ” i balneatori hanno perso la possibilità di programmare anche solo la semplice pulizia delle concessioni. Le spiagge si sono trasformate in pietraie dai confini inesistenti. E ora di dire basta!”. L’amministrazione comunale e i balenatori si sentono presi in giro. La Sib pensa a clamorose iniziative. ” Non è più possibile”, affermano i balneatori ” continuare con gli interventi “rattoppo ” sulla base di progetti, magari validi sulla carta ma mai conclusi sul terreno. E necessario cambiare definitivamente l’approccio ad un problema gravissimo che deve veder impegnata le amministrazioni locali, la Regione e gli operatori privati lungo strategie di intervento complessive e di lungo respiro, per iniziare quell’opera di risanamento della nostra costa da troppo tempo soltanto promessa”.
Paola Calvano (il centro)