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Contratti di lavoro, uno su quattro è a tempo

La grande crisi che dal 2010 ha colpito il Vastese ha completamente cambiato abitudini e modi di vivere della popolazione. Il Vastese sta un pò meglio di due anni fa ma gli anni del boom economico sono lontani. I livelli occupazionali nel corso dell’ultimo anno sono rimasti stabili. Calano tuttavia i contratti a tempo indeterminato: solo 1 su 4 risulta stabile e prolungato nel tempo.
Lo conferma Emilio Di Cola segretario provinciale della Cgil. ” Il mondo del lavoro è profondamente cambiato nel Vastese come nel resto d’Italia. Nei primi 5 mesi del 2017, nel settore privato, si è registrato un saldo, tra assunzioni e cessazioni, superiore a quello dei due anni precedenti. Analizzando i dati tuttavia è evidente la crescita tendenziale dei contratti  di apprendistato e, soprattutto, dei contratti a tempo determinato. Le aziende sono sempre più caute. Non ci sono più progetti con scadenza quinquennale ma progetti mensili. Molti i giovani che tentano la carta del lavoro all’estero, ma anche all’estero non sono tutte rose e fiori”, afferma Di Cola.
Anche la Cisl conferma che negli ultimi mesi la situazione è stabile.
” Nel settore metalmeccanico non ci sono variazioni sostanziali”, dice Primiano Biscotti segretario provinciale della Cisl. Appare particolarmente significativa la crescita vigorosa dei contratti di lavoro a tempo determinato nel settore commerciale o edile. Un boom che è legato alla necessità di trovare sostitutivi dei “voucher“. Come detto, quindi, solo un’assunzione su quattro risulta stabile. Inevitabile l’influenza sulla vita privata e su altri settori. La coppia che non ha un lavoro stabile preferisce convivere piuttosto che sposarsi. La nascita dei figli viene rimandata a tempi migliori. Non c’è più la corsa all’acquisto della casa per timore di non poter poi pagare il mutuo. Anzi a Vasto negli ultimi due anni è triplicato il numero di appartamenti in vendita. In crescita anche gli immobili che finiscono all’asta.
Immobili di ogni tipologia, dagli attici alle ville agli appartamenti alle cantine ai capannoni: un vasto campionario messo all’asta. È la rassegna degli effetti devastanti della crisi. “Mattoni” acquistati con sacrificio portati in tribunale a disposizione del miglior offerente o pronti al business che di solito si accompagna alle aste giudiziarie.
Le aste sono cresciute non di rado vanno deserte e la causa è sempre la stessa: l’incertezza del futuro.
Paola Calvano (il centro)
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