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Potere al Popolo: noi per lavoro e ambiente

Centrodestra e centrosinistra hanno portato avanti politiche da macelleria sociale, cancellando diritti e senza aver alcuna reale conoscenza della situazione delle classi popolari”. Spara a zero Carmine Tomeo, 40 anni, metalmeccanico ed esperto di sicurezza sul lavoro, candidato nel collegio proporzionale per la Camera dei Deputati per la lista “Potere al Popolo”.

Ieri la presentazione ufficiale nella sede della Società Operaia di vico Raffaello. Presenti anche Marisa D’Alfonso, 53 anni di San Salvo, dove è titolare dell’Herzog Bar ( libreria e caffé letterario), candidata nel collegio proporzionale per il Senato della Repubblica e Daniela Spadaro, 54 anni di Lama dei Peligni, dipendente di ruolo del Miur, presso l’Istituto Comprensivo di Orsogna.

I tre candidati hanno illustrato il programma della lista. Tema centrale il lavoro, ma anche le politiche ambientali.

Emblematica la vicenda del cementificio a Vasto”, attacca Tomeo, “quelli che dicono di essere contrari allo stabilimento nella fascia di protezione esterna della riserva di Punta Aderci sono coloro che, per esempio, hanno bloccato il Parco Nazionale della Costa Teatina. Sono andanti a Roma per bloccarlo, ma si sono dimenticati di andarci per bloccare le trivelle. Senza la mobilitazione popolare oggi avremmo Ombrina Mare e il Centro Oli”.

Marisa D’Alfonso solleva il problema della rappresentanza.
Siamo stanchi di un paese dove non siamo rappresentati e che non è più un paese per nessuno, soprattutto anziani, giovani e malati”, dice la candidata, “il taglio dei fondi alla sanità sta penalizzando ospedali, pronto soccorso, assistenza a malati e disabili. Lo vediamo anche nella nostra Regione. E’ cronaca quotidiana. Mentre si trovano soldi per le priorità di alcuni, i diritti e le esigenze dei meno abbienti vengono completamente tralasciati. E’ inaccettabile che sia considerata una colpa essere poveri, non essere tra i più ricchi”.

“Bisogna restituire dignità alle persone”, incalza Daniela Spadaro, “applicare l’articolo 3 della Costituzione. Piero Calamandrei già negli anni 50 avvertiva che nessuno avrebbe mai attaccato direttamente la scuola pubblica, ma l’avrebbero potuta screditare ed impoverire. Ed è quello che sta accadendo”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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