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Il covo dei banditi nel villaggio Le Nereidi

Mezz’ora nelle mani dei banditi. Tanto è durata la rapina a domicilio all’imprenditore Nicola Fabrizio, 80 anni. L’epilogo avrebbe potuto essere anche tragico. Spinta, strattonata e legata, la vittima fortunatamente non ha riportato lesioni. I due comunque erano pronti a tutto. I due malviventi non erano ladruncoli anche se gli investigatori escludono la matrice camorristica. Le indagini si concentrano negli ambienti frequentati da Fabrizio.

La vicenda è destinata a finire all’attenzione del Senato. ” Chiederò che il Vastese venga riconosciuto come territorio estremamente delicato e appetibile per la malavita”, conferma il senatore Gianluca Castaldi (M5S). Il parlamentare invita il prefetto Antonio Corona ad esaminare con attenzione quanto accaduto a San Salvo negli ultimi mesi trovando eventualmente una soluzione.

LE INDAGINI. Il tempo trascorso dalla rapina alla richiesta di aiuto ha permesso ai due rapinatori di allontanarsi indisturbati. ” In mezz’ora (tanto ha impiegato Fabrizio a slegare i polsi legati con fascette da elettricista) potrebbero essere andati ovunque, ma potrebbero essere rimasti anche alle Nereidi”, dice il maggiore Amedeo Consales comandante della Compagnia dei carabinieri. Ed è quello che molti pensano. Alle Nereidi ci sono 650 appartamenti. Un alveare protetto solo da sbarre all’ingresso. In questo periodo solo una ventina di appartamenti sono occupati. In estate il villaggio si riempie. Fabrizio potrebbe aver affittato un appartamento a uno dei due rapinatori. Per settimane l’anziano è stato osservato, le sue abitudini cronometrate. I due sapevano che Fabrizio aveva i soldi in cassaforte.

Il camuffamento dei rapinatori induce a pensare che temessero di poter essere riconosciuti. Il maggiore Consales e il comandante di stazione, Carnevale sembrano seguire una pista ben precisa anche se al momento non si sbilanciano.

QUANDO LA TRANQUILLITA’ E’ COMPLICE DELLA MALAVITA. Che la Marina di San Salvo abbia perso la tranquillità è cosa nota da anni. Quando la zona si spopola diventa rifugio ideale per chi deve nascondersi. Non a caso il 1 maggio 2013 venne trovato a San Salvo marina Rubin Talaban, l’albanese di 31 anni ricercato per il ferimento con l’acido dell’avvocatessa di Urbino , Lucia Annibali. E sempre alla Marina i due presunti autori della rapina messa a segno alla gioielleria di viale Giulio Cesare a Vasto, bruciarono la vettura e vennero in seguito catturati dalla polizia. Entrambi erano originari di San Severo. Non è un caso se l’amministrazione comunale ha avviato il monitoraggio delle residenze e cerca di contrastare l’apertura di case a luci rosse.

L’INTERVENTO DEL SENATO.Quello che accade a San Salvo, attenzionata anche dalla DDA, denuncia una situazione tutt’altro che tranquilla. Esattamente come ha detto il procuratore antimfia Roberti e da mesi ripete il procuratore capo Giampiero Di Florio, proprio perchè ancora sano il Vastese va protetto. A maggior ragione San Salvo, la porta d’Abruzzo. Per questo presenterò una interrogazione in Senato chiedendo che al Vastese venga riconosciuta la vulnerabilità e appetibilità proteggendo il territorio come merita. Spero che anche il prefetto di Chieti, Antonio Corona, per il bene dell’Abruzzo, trovi una soluzione“, dice il senatore Gianluca Castaldi.

LA SOLIDARIETA’ DELLA CITTA’. La brutta avventura capitata a Nicola Fabrizio ha scosso sia San Salvo che Vasto. L’imprenditore, ora in pensione, è una persona molto nota. “E’ una persona che tutta l’amministrazione comunale stima. Un gran lavoratore che non si è risparmiato e che ha fatto tanto per San Salvo. A lui va la mia solidarietà personale e quella di tutta l’amministrazione insieme all’auspicio che i carabinieri possano riuscire a identificare i rapinatori”, dice l’assessore con delega alla Sicurezza, Fabio Raspa.

Paola Calvano (Il Centro)

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