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Patente B nel bando disabili, il difensore civico archivia

“Il possesso della patente B come requisito per l’ammissione al bando riservato alle categorie protette non aveva alcun intento discriminatorio”. Si conclude con l’archiviazione da parte del difensore civico regionale la vicenda che aveva portato Vasto alla ribalta della cronaca nazionale, in seguito alle polemiche scatenate da alcuni consiglieri di opposizione che avevano denunciato “intenti discriminatori”.

“E’ stata ristabilita la verità”, commentano il sindaco Francesco Menna e l’assessore alle politiche sociali, Lina Marchesani, “cioè che alla base di quel bando non c’era alcuna volontà discriminatoria. Chi si è divertito a sporcare l’immagine della nostra città, tanto più se si trova a ricoprire cariche di pubblica responsabilità, dovrebbe ora interrogarsi sulla necessità di aver procurato tanta inutile polemica, soprattutto se si è speculato su opportunità lavorative riservate a categorie protette. Oggi abbiamo ottenuto il riconoscimento della trasparenza e della legalità a cui abbiamo vincolato la nostra azione amministrativa”, aggiungono Menna  e Marchesani.

L’esposto al difensore civico regionale, Fabrizio Di Carlo era stato presentato nei mesi scorsi dai consiglieri comunali di minoranza Vincenzo Suriani, Francesco Prospero e Alessandro D’Elisa, i quali si erano rivolti anche ad altre autorità, tra cui la Procura della Repubblica che su quel  concorso e su  altre procedure concorsuali ha aperto un’indagine. Inizialmente l’organo di garanzia regionale aveva avanzato perplessità sul requisito della patente B chiesto per l’assunzione  a tempo pieno e indeterminato di due unità di personale di categorie “B” e “B3”, profilo professionale, rispettivamente, di “esecutore amministrativo” e “addetto alla registrazione dati – collaboratore amministrativo”. Evidentemente i chiarimenti chiesti ed ottenuti dall’amministrazione comunale, che ha fornito le proprie controdeduzioni, hanno fugato le perplessità del difensore civico che ha archiviato l’esposto.

Per le minoranze “c’è poco da cantar vittoria. Ricordiamo all’amministrazione che il difensore civico è solo una delle sei autorità a cui ci siamo rivolti”, ribattono Suriani, Prospero, D’Elisa, D’Alessandro, Giangiacomo e Laudazi, “e che dietro ai nostri esposti non c’è alcuna volontà di denigrare l’operato di dirigenti e assessori comunali, ma la volontà di ampliare la partecipazione a un concorso pubblico per diversamente abili anche ai tanti ragazzi che, sfortunatamente, non hanno avuto la possibilità di ottenere la patente di guida”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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