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La pinetina della pista bici diventa bivacco

Una tenda piuttosto affollata, soprattutto di notte, asciugamani stesi per terra e segni inequivocabili di un bivacco in piena regola. Non è passato inosservato  il via vai di extra-comunitari accampati nella pinetina del lungomare Duca degli Abruzzi, il polmone verde presente nel tratto iniziale della pista ciclabile, lungo un percorso che costeggia il rarissimo ambiente dunale della riserva “Marina di Vasto” che è anche zona Sic (sito di interesse comunitario). Di fronte ci sono alberghi ed eleganti residence, piuttosto affollati in questo periodo dell’anno.

“Stiamo organizzando una petizione da inviare alle autorità preposte”, riferisce un operatore turistico che elenca una serie di problemi  legati non solo alla presenza dei bivacchi, ma anche alla totale assenza di manutenzione della pista ciclabile e della pinetina.

“I rami secchi presenti nel boschetto, se non rimossi potrebbero provocare un incendio”, aggiunge l’albergatore, “che, oltre a causare danni agli alberi della pinetina e alla vegetazione dunale protetta, potrebbe danneggiare anche le abitazioni e le strutture ricettive confinanti. Sono situazioni note, ma nessuno interviene. Senza considerare la totale assenza di controllo dell’area che ci risulta sia stata data in gestione alle associazioni ambientaliste”.

Nel frattempo tiene banco il problema degli accessi al mare impraticabili nonostante la presenza di improvvisate ed arrangiate pedane di legno.

“L’amministrazione comunale e il delegato all’ambiente appaiono più preoccupati ad affidare senza gara la gestione dell’area agli amici ambientalisti che intenti a garantire l’accessibilità ai cittadini, specie quelli diversamente abili, e agli operatori”, annota Edmondo Laudazi, consigliere comunale della lista civica Il Nuovo Faro, “deve essere assicurata la riapertura di tutti gli accessi al mare ostruiti, realizzato un collegamento viario nella direttrice nord-sud per favorire gli spostamenti, ripristinata la funzionalità di tutti gli scoli di bonifica e garantito un normale livello di igienicità al territorio che si intenderebbe, ma solo a chiacchiere, preservare e proteggere. La manifestata superficialità e la mancanza di competenza”, insiste Laudazi, “rischiano di produrre guasti e danni notevolissimi”. 

             Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

 

 

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