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“Siamo in presenza di un esodo biblico”

“Fortuna che il sindaco di Cupello ha affermato che lui e gli altri 5 colleghi che hanno manifestato a San Salvo sono <<…quelli della solidarietà e della cultura dell’accoglienza…>> perché nelle dichiarazioni che sono state fatte durante la manifestazione non c’è traccia né di solidarietà né, tantomeno, di cultura…”, commenta così il Presidente dell’Anpi di Vasto, Domenico Cavacini, quanto è accaduto ieri a San Salvo e continua: “Chi dice, come la sindaca Magnacca, <<Se lanciamo il messaggio dell’accoglienza, li invitiamo a partire…>>, forse non ha capito che i migranti che lasciano i paesi dell’Africa, o la Siria, non sono spinti dalle nostre politiche dell’accoglienza o attirati dai lustrini dei nostri programmi televisivi, ma fuggono dalla fame, dalla guerra, dalla certezza di non riuscire a sopravvivere nel proprio paese, e perciò scelgono di rischiare la propria vita, quella dei propri figli e di affrontare viaggi estenuanti  pur di darsi una possibilità. Forse i 6 sindaci di cui sopra, più qualche sparuto fan, non hanno capito (o fanno finta, per un proprio tornaconto politicoimmediato?) che siamo in presenza di un esodo biblico, che non si potrà arrestare né con i muri né, tantomeno, con le sceneggiate con fascia tricolore, o con parole d’ordine sommarie postate sui social o dette in tv, o con scorciatoie populiste.”
E’ compito dell’Anpi ricordare che storicamente, quando i capi politici, nell’incapacità di risolvere i problemi del popolo da essi governato, hanno additato il “diverso” come il nemico e il responsabile delle difficoltà, il risultato è stato sempre un’immane tragedia, per tutti. Se ne potrebbe fare un lungo elenco, dalla Germania di Hitler ai casi più recenti dei Balcani fino al califfato dell’ISIS.
Valgano dunque le parole del Presidente Mattarella:  “I mezzi di comunicazione portano alla nostra attenzione immani tragedie, in cui i temi della solidarietà e della dignità della persona si scontrano con intolleranza, discriminazioni e diffusa incapacità di comprendere ciò che è in atto, ciò che sta accadendo nel mondo. Ovvero, un fenomeno di migrazione verso i paesi più ricchi di portata epocale. E non saranno i muri a poterlo fermare.”, e di Papa Francesco: “… proteggere questi fratelli e sorelle è un imperativo morale da tradurre adottando strumenti giuridici, internazionali e nazionali, chiari e pertinenti; compiendo scelte politiche giuste e lungimiranti; prediligendo processi costruttivi, forse più lenti, ai ritorni di consenso nell’immediato…”.

 

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