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Iannone cade ancora, il web: “Pensa solo a Belen”

Stagione deludente per il pilota della Suzuki, sedicesimo in classifica mondiale con soli 28 punti. Piovono critiche dai social: nel mirino la sua love-story con la showgirl. Prima le bordate di Schwantz, poi l’ennesima caduta mentre lottava con Lorenzo per l’undicesima posizione, ora l’attacco del mondo dei social e una classifica che langue. Andrea Iannone è sotto attacco: il suo annus horribilis è certificato dai numeri. Prima l’addio alla Ducati non senza rimpianti, poi le difficoltà nella sua nuova esperienza in Suzuki, il sedicesimo posto nella graduatoria mondiale con soli 28 punti e, in Germania, un’altra gara chiusa a zero (la quinta nelle prime nove). Risultati che non possono soddisfare la casa giapponese, già alle prese con l’infortunio di Rins, tornato ad Assen dopo sei gran premi e ventunesimo al Sachsenring.

La situazione. Per il pilota nato a Vasto nessun guizzo degno di nota in stagione (massimo risultato il settimo posto ad Austin), un’assenza sul podio che perdura da novembre e un segno meno che recita 35, come i punti persi rispetto al 2016, quando dopo 9 Gran Premi il suo bottino era già di 63 punti. Nemmeno il nuovo telaio e alcune migliorie elettroniche apportate dal GP di Catalogna hanno migliorato il feeling tra la GSX-RR e Andrea, che nelle ultime tre gare non è andato oltre il nono posto di Assen. Come se non bastasse, ad appesantire un clima non idilliaco c’è anche la vita privata del pilota e i tanti rumors sul rapporto con la showgirl Belen, tra post su Instagram, copertine e pettegolezzi.

“Pensi solo a Belen”. A sguazzarci è ovviamente il mondo dei social, con il web che lancia accuse chiare. “Iannone? Ormai pensa solo a Belen e non al suo lavoro. Per questo va così male”, è la sentenza emessa da molti utenti. Ma c’è anche qualche voce fuori dal coro, che getta accuse sulla competitività della Suzuki, mai in difficoltà come in questo avvio di stagione.

Kevin Schwantz va giù pesante: “Lo sapete quanto è duro essere ultimi? È inconcepibile quello che sta succedendo. E non puoi gettare la colpa su Rins, che è un debuttante, si è infortunato e si sente ancora un po’ fragile. Ma uno come Iannone, con l’esperienza e quello che ha fatto in passato, dovrebbe essere lì a lavorare, fare più giri di tutti nelle prove. Nelle prove sull’asciutto non ha fatto 30 giri come invece Marquez. Perché? Dovrebbe star fuori e girare, girare e girare, poi rientrare e parlare con gli ingegneri e dire come funziona la moto. Se lo ascolti parlare lo senti dire che la moto non frena, non gira, non va. Non capisco l’italiano e forse è un bene, ma il suo linguaggio del corpo è quanto più di negativo ci possa essere”.

Deve aiutare gli ingegneri. Kevin Schwantz è un fiume in piena. Non giustifica Iannone quando dice di non sentirsela di rischiare con una moto che non sente sua. “Allora dovrebbe andare a giocare con i go-kart. Fai un lavoro che migliaia di persone sognano, hai una Casa ufficiale, hai decine di ingegneri che lavorano per te e che sono pronti a fare tutto quello che chiedi loro, se solo quel che dici avesse senso e dessi loro una direzione. Per me è una situazione triste, perché tutti sanno che questa non è una moto da 20° posto. Io spero che presto Rins recuperi e ritrovi la fiducia nella moto, e che dopo la pausa estiva possa diventare quel ragazzo veloce che è stato prima Maverick. Voglio vedere quale sia il suo potenziale. Ma qualcuno dovrebbe dire a Iannone di fare il suo lavoro. Che a volte è duro”.
Schwantz prova a capire Andrea, ma le accuse restano: “Immagino che soffra a stare seduto nel box e vedere le Ducati fare quei risultati – conclude – ma non dovrebbe dimenticarsi che lo hanno licenziato, quindi provi a sfruttare questa opportunità di fare il massimo con quello che ha ora. I giapponesi sono fin troppo educati, i tecnici alla fine della gara si scusano per il risultato, ma dovrebbe essere lui a scusarsi piuttosto”. L’ultima volta che i due hanno parlato assieme è stato ad Austin: “Mi ha detto, oh Kevin, non puoi immaginarlo, la moto non si ferma, non accelera, non gira, però se guardi ad altre gare la moto non mi sembrava così male. A me piacerebbe dirgli quello che io e tutti vediamo, ma probabilmente non gli piacerebbe sentirselo dire”.
gazzetta.it

 

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