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“Prendiamo atto della decisione della Corte”

“L’affermazione ‘Non siamo soddisfatti’ non si riferiva alla scelta processuale compiuta dall’imputato di convertire il rito direttissimo in abbreviato: il tal caso, l’imputato ha compiuto una opzione che era insindacabile per chiunque, in ragione della circostanza che la richiesta di giudizio abbreviato non è più risultata subordinata ad una integrazione probatoria”. Precisano così gli avvocati delle parti civili Pompeo Del Re e Gianrico Ranaldi in merito alle “dichiarazioni rese, appena fuori l’uscita del Tribunale di Lanciano, da uno dei procuratori speciali delle parti civili”, per l’omicidio di Italo D’Elisa.

“Se ne è frainteso il senso, per ragioni di sintesi e senza alcuna colpa”, sostengono gli avvocati.

Di contro l’affermzione, seguita dall’altra ‘Sono questioni tecniche’, si riferiva -continuano e concludono gli avvocati- alla circostanza che la vicenda processuale originata dall’omicidio di Italo D’Elisa comprende anche l’esame di questioni  legate strettamente alla tecnica procedurale penale, la cui soluzione, ad opera del giudice, non può soddisfare ovvero lasciare insoddisfatti, analogamente ad ogni provvedimento giudiziario, posto che bisogna – in esclusiva- limitarsi a prenderne atto”.

 

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