Anche in Abruzzo le piattaforme petrolifere in mare non pagano Imu e Tasi. E’ quanto scrive in una risoluzione il Ministero dell’Economia ad Assomineraria , l’associazione delle imprese estrattive.
Le compagnie non pagano le suddette tasse non perché le piattaforme sono «imbullonati» e quindi devono uscire dalle rendite catastali come prevede la legge di stabilità; a garantire l’esenzione è la loro assenza dal Catasto, perché a inventariarle ci pensa l’Istituto idrografico della Marina.
Con questa interpretazione il dipartimento delle Finanze risponde a un quesito sul trattamento fiscale 2016 delle piattaforme.
Nel 2016 l’Imu è stata abolita per i cosiddetti imbullonati, macchinari ed attrezzature ed impianti funzionali al processo produttivo ma il pregresso non va pagato perché le piattaforme non sono accatastate e quindi i Comuni non hanno potere impositivo perché la competenza è dell’istituto idrografico della Marina. Quindi non ci sarebbero i presupposti di legge per esigere i pagamenti arretrati.
Il Comune di Pineto ,per una piattaforma collocata di fronte al litorale della località del teramano , aveva chiesto all’Eni 33 milioni di Ici , più interessi e sanzioni , per gli anni tra il 1993 e il 98. Anche altri comuni della costa adriatica hanno chiesto il pagamento delle imposte ma tutto fa presupporre che la questione Imu e Tasi per le piattaforme petrolifere sia destinata ad essere archiviata.