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Registro delle Unioni civili, Marra: “un impegno di civiltà”

All’indomani dell’ultima seduta del Consiglio comunale, uno degli argomenti che hanno suscitato maggiore interesse nel confronto dialettico è stata la discussione sulle Unioni civili e l’istituzione del registro comunale. Nei giorni scorsi non sono mancati spunti di riflessione ai quali aggiungiamo quelli dell’assessore ai Servizi demografici del Comune di Vasto, Marco Marra, il quale, il 7 ottobre scorso, ha protocollato al Presidente della Commissione Affari Generali e Istituzionali la bozza di regolamento per l’istituzione del Registro delle Unioni Civili, come da indirizzo del Consiglio comunale.

“Dare seguito a questo impegno – scrive Marra – non è solo un atto dovuto da Assessore ai servizi Demografici, è soprattutto un impegno di civiltà, necessario per l’evoluzione sociale, in un paese dove c’è chi, con una mentalità medioevale, tenta ancora di contrapporre la famiglia tradizionale alle coppie di fatto, minando un campo di discussione con ideologismi conservatori comprensibili solo ai fondamentalismi religiosi e alla destra più becera. Il consigliere Sigismondi che si inventa anche di aver fatto modificare il testo originale portando la maggioranza “a rinviare la discussione in Commissione Affari Generali” dimostra di non essersi nemmeno letto il documento originale che già prevedeva questo passaggio.

E alla contrapposizione ideologica dell’avv. Vincenzo Bassi che cerca di sminuire il provvedimento perché “il registro delle unioni civili non ha alcun valore giuridico”, oltre alla risposta del Preside Nicolangelo D’Adamo che condividiamo appieno, ha già risposto con il suo intervento in Consiglio comunale, la consigliera avv. Paola Cianci di cui riporto alcuni passaggi importanti:

‘La proposta di istituire il registro delle Unioni Civili, anche nel Comune di Vasto, ha lo scopo di assicurare pari dignità e diritti a tutte le persone che vogliono esser tutelate nelle proprie esigenze fondamentali di vivere in una relazione stabile. Rappresenta un’occasione importante di avanzamento, sul piano dei diritti civili e di cittadinanza, per l’intera comunità locale, tenuto conto dell’evoluzione sociale, politica e culturale della società. L’Italia, a differenza dell’Europa, su questo versante sconta un immenso ritardo e seppur impegnata in un dibattito politico ormai da oltre un decennio, non ha ancora una legislazione effettiva, organica, per le unioni civili. Il DDL Cirinna’ è, infatti, in attesa di essere relazionato al Senato.

Si parla pertanto di coppia di fatto, in quanto non riconosciuta giuridicamente. Ciò non significa, tuttavia, che un’unione stabile, sia pure “di fatto”, non faccia sorgere in capo ai conviventi diritti e doveri. Il quadro è però frammentario, i diritti e doveri non derivano da una normativa unitaria ed omogenea, come nel quadro del matrimonio, ma soltanto da specifiche leggi, da sentenze che costituiscono precedenti o dall’autonomia contrattuale fra i conviventi.

L’obiezione di alcuni, secondo cui il Registro delle unioni civili contrasterebbe con i nostri dettami costituzionali è ormai ampiamente superata.

Infatti, seppur vero che l’art. 29 della nostra Costituzione recita: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio …”, è altrettanto vero che non esclude né vieta composizioni di relazioni sociali e affettive diverse della famiglia. Infatti, gli artt. 2 e 3 della nostra Costituzione affermano che la Repubblica Italiana “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità” (art. 2 Cost.) e che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (art. 3 Cost.).

L’esigenza riformatrice verso un sempre maggior riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto – legittimata anche dal Governo nazionale – è stata ampiamente recepita dalla Giurisprudenza di legittimità e di merito (Corte Costituzionale sentenza n.138/2010; Corte di Cassazione sentenza n.4184/2012) e dalle Amministrazioni locali (Registro Unioni Civili) e, speriamo che lo faccia al più presto anche il legislatore nazionale (DDL Cirinnà).

Il Comune di Vasto con questo Registro dovrà impegnarsi a tutelare e sostenere le unioni civili, per superare situazioni di discriminazione e favorirne l’integrazione nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio.
Chi si iscrive al Registro è equiparato al “parente prossimo del soggetto con cui si è iscritto” ai fini della possibilità di assistenza e riceverà un attestato di “unione civile basata su vincolo affettivo” inteso come reciproca assistenza morale e materiale’.

Vasto, con l’istituzione di questo registro potrà unirsi ad una battaglia di civiltà già portata avanti da molti Comuni. Le reazioni sulla stampa a questo provvedimento sono state solo un tentativo strumentale di attribuirgli un significato diverso, uscendo maldestramente fuori tema”.

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