C’è chi, disperato, chiede asilo politico e chi, per nulla disperato, chiede e ottiene un posto all’Asilo. Il primo dice di scappare dalla guerra, mentre il secondo dice di essere figlio di un amministratore del Comune di Vasto. Il primo fatica e forse verrà rispedito al mittente, come un pacco postale, mentre il secondo si sistema con una facilità disarmante. Nella nostra città c’è l’assalto all’Asilo. Importante, però, non è la cittadinanza italiana e la residenza vastese. Importante è avere un genitore che rivesta un ruolo importante nel meccanismo amministrativo della città. Chi si sistema all’Asilo per tutta la vita, pensione compresa, o chi si è comunque sistemato all’interno del Palazzo, dirà di aver vinto il Concorso con delle Commissioni giudicatrici severissime, composte da un Collegio durissimo e impietoso. Invece, i figli di mamma e di papà che studiano sodo, si laureano brillantemente, hanno la cittadinanza italiana e la residenza vastese, ma non hanno l’aggancio giusto o il ramo a cui attaccarsi, si attaccano al tram e partono per un viaggio senza ritorno. Per loro niente asilo politico e niente posto all’Asilo. Cornuti e mazziati, dicono a Napoli. Ma anche a Vasto, la nuova Parentopoli di una sinistra che dice di essere diversa. Diversa da chi? Viva Vasto, Forza Vasto, povera Vasto!
Davide D’Alessandro