La notizia della possibile installazione di un’antenna di telefonia mobile sulla collina di Montevecchio ha partorito la nascita di un nuovo comitato anti-antenna, il terzo nello spazio di un biennio molto caldo su questo fronte. Sarebbe della Vodafone il nuovo impianto avverso la cui realizzazione è nato il comitato spontaneo che si affianca a quelli già nati per l’antenna di via U. Foscolo e quella di corso Mazzini.
“Sembra non arrestarsi questo fenomeno che riteniamo devastante – scrive Ivo Menna a nome dei tre comitati per commentare quanto sta accadendo – Infatti recentissimi studi scientifici epidemiologici ci avvertono che i pericoli si trasformano in patologie tumorali.
Il rischio sanitario è molto elevato, a causa delle centinaia di sorgenti elettromagnetiche della telefonia cellulare e delle antenne radio e tv, ormai poste su tetti privati e terreni pubblici. E’sconcertante come venga sottovalutato questo processo tecnologico come causa di malattie e salute pubblica dalle amministrazioni e dallo Stato; di quanto danno sociale ed economico, a seguito di queste patologie che i cittadini contraggono, siano addossati alla collettività. Come abbiamo da giorni e giorni fatto rilevare, fonti di emissioni inquinanti da frequenze radiotv e telefonia mobile sono massicciamente presenti sul territorio di Vasto”.
Concretamente i tre comitati hanno reso la decisione comune di “ampliare e sviluppare la conoscenza tecnologica; di portare a conoscenza dei cittadini il principio di precauzione trascurato dai pubblici poteri e sancito dai trattati internazionali; diffondere i dati scientifici degli studi epidemiologici su questo nuovo problema”.
I tre comitati – è scritto nella nota diffusa – chiedono immediatamente che gli uffici urbanistici del Comune di Vasto mettano a disposizione tutto il materiale relativo alle richieste di autorizzazione; che urgentemente l’assessore alla urbanistica e assessore all’Ambiente incontrino delegati e cittadini perché le istituzioni assumano impegni concreti per il futuro; che allo stesso tavolo l’Amministrazione comunale obblighi ASL e ARTA (Agenzia regionale tutela ambientale) affinché avviino concreti interventi di questi ultimi per rilevazioni, misurazioni e controlli adeguati; alla ASL, chiediamo un chiaro impegno sullo stato epidemiologico della popolazione. E che si dia avvio finalmente a quell’Osservatorio epidemiologico regionale che vive solo nella fantasia dei politici e dirigenti profumatamente pagati dalle ASL.
Portare a conoscenza questo pericolo sanitario è dovere di ogni parte dello Stato a cominciare dai Comuni, ASL, Arta”.
Ribadendo quanto già anticipato in altre occasioni, i comitati porteranno avanti i seguenti intenti:
- Monitoraggio e conoscenza approfondita attraverso misurazioni di S.R.B. e impianti radiotelevisivi;
- Mappatura come elemento di conoscenza preliminare delle fonti sopradette per poter prendere qualsiasi decisione sulle installazioni di nuove stazioni radio base;
- Incontro dei rappresentanti dei comitati con l’amministrazione comunale e i responsabili degli uffici tecnici preposti (Uffico urbanistico assessorato Ambiente);
- I comitati hanno già concordato azioni giudiziarie con l’ausilio di legali di fiducia;
- Ogni cittadino per la tutela della propria e altrui salute ha diritto di accesso alle informazioni sullo stato dell’Ambiente in conformità alle leggi vigenti, presso gli Uffici della Pubblica Amministrazione (legge 8 luglio 1986, . 349);
- Informazione al cittadino, che in data 6 Giugno 1999, l’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha pubblicato iI Prot.11 Memoria n.226, “Campi elettromagnetici e salute pubblica”, dove si legge: “Le persone che vivono o lavorano abitualmente esposti a campi elettromagnetici hanno espresso preoccupazione per gli effetti a lungo termine di questi sistemi sulla salute, per l’incremento delle formazioni tumorali, malformazioni apparato riproduttivo, cataratte e modificazioni nei comportamenti e nello sviluppo dei bambini”.