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Ombrina Mare 2, la maggioranza in Regione decide di stare a guardare

“Quando i cittadini del MoVimento 5 Stelle avvertono sui rischi legati alla petrolizzazione del territorio, voi lo chiamate allarmismo. Noi invece la chiamiamo memoria storica”: queste le parole con le quali il consigliere regionale vastese Pietro Smargiassi ha iniziato il suo intervento nel corso del Consiglio regionale straordinario richiesto dalle opposizioni sulla questione Ombrina Mare.

“Voi parlate di eventi rarissimi accaduti a migliaia e migliaia di chilometri di distanza, come il tristemente famoso disastro nel Golfo del Messico – ha detto ancora il pentastellato – cose che in Italia non succedono. Noi invece pensiamo a tragedie avvenute proprio in Italia.

1994: a Trecate, provincia di Novara, esplode un pozzo di petrolio e una pioggia di idrocarburi imbratta le abitazioni e le risaie.
1991: altra esplosione di un pozzo in Basilicata, a Polidoro.
1965: scoppia della piattaforma Paguro, a 15 chilometri dalla costa di Ravenna. Tre operai perdono la vita.
1955: un altro incidente simile succede a Ragusa, al pozzo petrolifero numero 9 di Tabuna con un incendio che le cronache del tempo definiscono di “eccezionali proporzioni”, durato circa due settimane.

Se anche questi esempi che ho appena elencato non vi sembrano eventi abbastanza vicini nello spazio e nel tempo, allora vi ricordo dello sversamento di idrocarburi avvenuto nel 2013 nei pressi delle piattaforme di Rospo Mare al largo di Termoli.

In quell’occasione i danni per la costa sono stati arginati, recintando e intervenendo sull’area interessata dallo sversamento, grazie alla distanza di 19 chilometri che separa le piattaforme di Rospo Mare dal porto di Termoli.
Ombrina Mare invece è appena a 6 km dalle rive abruzzesi: faremmo in tempo ad evitare un disastro per la costa, se dovesse avvenire una consistente perdita di idrocarburi?

Ci rendiamo conto del paradosso del voler avviare un Parco della costa teatina con la minaccia di un mostro come Ombrina Mare ad appena 6 chilometri di distanza?

(…) Presidente D’Alfonso, lei deve prendere una decisione netta e assumersene in entrambi i casi i meriti e le responsabilità: o preferisce una Regione verde votata al Parco e alla valorizzazione dell’ambiente e del turismo, oppure sceglie un Abruzzo del petrolio, sceglie di far diventare la nostra Regione un’altra vittima delle multinazionali del petrolio, una preda da prosciugare e rovinare. Far credere che entrambe le realtà siano compatibili e possano coesistere è una presa in giro.

(…) Presidente D’Alfonso, continuo a chiederle fino all’ultimo uno scatto d’orgoglio, continuo a chiederle di prendere concretamente le distanze dai suoi colleghi di partito che a Roma hanno avvallato la petrolizzazione dell’Abruzzo: e se proprio non vuole o non le è possibile fermare Ombrina Mare, si adoperi almeno per tenerla il più lontano possibile dalle nostre coste.”

Invece, come chiarisce in una nota il centrodestra, il centrosinistra ha deciso di non decidere perché ha respinto “una risoluzione (presentata da forza Italia, Abruzzo Futuro e Movimento 5 Stelle) che impegna il presidente della giunta ad attivarsi presso la competenti sedi ministeriali al fine di scongiurare definitivamente una deriva petrolifera per la nostra regione con la firma dei decreti autorizzativi che metterebbero a rischio del nostro territorio in una delle zone più belle del mare Adriatico con particolare riferimento alla situazione della Piattaforma Ombrina Mare”.

E non solo, perché “la maggioranza – spiegano i Consiglieri di Forza Italia e Abruzzo Futuro – aveva preparato un documento, giudicato poi inammissibile visti i termini di presentazione, nel quale c’era un pretestuoso riferimento al Parco della Costa teatina (voluto dal Presidente nonostante inizialmente avessimo trovato una quadra con l’Assessore Mazzocca e il Sottosegretario D’Alessandro), oltre a una serie di numerose modifiche alla nostra risoluzione che non abbiamo voluto e potuto accogliere nella nostra: questo perché non c’è nessuna diretta correlazione tra il Parco e Ombrina. Tra l’altro Il Governo nazionale di centrodestra aveva risolto la questione con il limite delle 12 miglia per le installazioni come quella della Medoil Gas.

“Per quanto riguarda il ricorso presentato dalla Regione alla Corte Costituzionale è bene precisare che si tratta di un buco nell’acqua e non avrà nessuna ricaduta su Ombrina mare. Riguarda infatti le competenze che aveva la Regione sugli impianti a terra e che al 31/3/2015 saranno definitivamente decadute anche sui progetti in itinere. Lo sblocca Italia esclude le Regioni dalle concessioni a terra per gli idrocarburi e rende il ricorso inefficace visto che il Governo Renzi ha avviato anche il percorso di modifica del Titolo V della Costituzione togliendo alle stesse amministrazioni regionali anche le competenze in materia di trasporto delle energie (vedi metanodotto Snam)”.

“Il progetto di Ombrina Mare – continuano i Consiglieri di Forza Italia e Abruzzo Futuro – riguarda una vicenda che nasce e finisce con il centrosinistra e ha presso il via nel 2007 con un Governo nazionale del centrosinistra (il Ministro dell’ambiente era Pecoraro Scanio), ha subito uno stop con il Governo Berlusconi (Decreto Prestigiacomo), è stato poi “recuperato” con il Monti, mantenuto con Letta (Ministro Orlando) e portato a termine con l’attuale esecutivo guidato da Renzi. Siamo di fronte a evidenti contraddizioni: mentre a Roma il Partito Democratico sostiene questi progetti che rischiano di danneggiare irrimediabilmente il nostro territorio, i rappresentanti abruzzesi del Pd stanno a guardare e fingono solo a chiacchiere di ostacolare il progetto ma non fanno altro che palesare la loro debolezza e la loro dimensione provinciale. Auspichiamo quindi che il Pd regionale non può e non deve nascondersi ma deve prendere una posizione forte in tutte le sedi competenti”.

“Avevamo chiesto – prosegue la nota –  che venissero messi in campo tutti gli sforzi per evitare di distruggere il futuro della nostra regione con una deriva petrolifera che non può portare nessun tipo di beneficio ma creare solo danni incalcolabili a tutto il territorio, non solo alle nostre coste. Speriamo a questo punto che con un gesto di grande responsabilità il presidente D’Alfonso si faccia promotore, soprattutto nei confronti del Ministro Galletti che nei prossimi giorni sarà in Abruzzo, di tutte le iniziative possibili affinché l’Abruzzo resti ancora una regione verde”.

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