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Incontro sul turismo a Confindustria: tutti contro il Parco della Costa teatina

La sede vastese di Confindustria ha ospitato ieri un incontro incentrato su turismo balneare, Parco della Costa teatina, Piano demaniale marittimo regionale e ruolo delle Capitanerie di porto nel turismo. Introdotto e moderato da Luciano De Nardellis, vice Presidente Sezione Turismo Confindustria Chieti Pescara, che più volte ha ribadito la necessità di fermarsi a riflettere sulle problematiche sollevate, l’evento è stato aperto dall’intervento di Giancarlo Zappacosta, Direttore di Dipartimento Trasporti Mobilità Turismo e Cultura della Regione Abruzzo, il quale ha subito posto l’accento sul fatto che “noi che abbiamo fatto tanto per coniugare le aspettative dell’imprenditoria sulla costa e la salvaguardia dell’ambiente ci troviamo di fronte a scelte importanti”, evidenziando che non è possibile dover “pensare che tutti gli impianti di acquacoltura e gli allevamenti siano a rischio”.
“L’istituzione di un Parco – ha aggiunto – non può prescindere dalla sua antropizzazione e dalle attività ecosostenibili che si compendiano nello sviluppo armonico, altrimenti ci troveremmo ancora di fronte a una nuova sacca di crisi”.
Tira fuori lo slogan “Abruzzo infinito viaggiare”, Zappacosta, che parla, poi, della “necessità di capitalizzare il mercato dei cosiddetti “repeater” curando segmenti di tipo diverso come l’active aging, il wellness tourism e le piste ciclabili in linea con il progetto di inserimento con la costa ciclabile del percorso del vino”.
Sul Piano demaniale marittimo ha parlato di un piano “con molte connotazioni di qualità con il quale non si consente più l’utilizzo di materiali “perversi” nei confronti della natura da sostenere”. Sì alla bioarchitettura, dunque, e all’uso di materiale amovibile e riciclabile, in faccia alle proteste delle associazioni ambientaliste che avevano sostenuto l’esatto contrario.
Per Zappacosta “il prossimo bando POR-FESR punterà sulla qualità dell’offerta turistica alberghiera e residenziale per i quali si dovrà puntare sul brand Luxury”. Altri brand da valorizzare “sono quelli della diportistica e della camperistica in virtu’ anche di presenze importanti”.
“Il Piano – ha sottolineato – non poteva non sostenere le esigenze delle associazioni balneari che hanno dato apporti con un occhio diverso verso la diminuzione delle strategie di privilegio.
Se da una parte si chiede la pubblicazione di avvisi per l’assegnazione dei lidi, dall’altra si obbliga i comuni entro 1 anno ad approvare il proprio Piano demaniale locale senza possibilità di deroghe.
Secondo Zappacosta si potranno creare “projects financing per ridisegnare i cosiddetti pennelli di tutela della costa”, il tutto mentre” l’assessore Di Matteo sta cercando di liberare cifre consistenti per la tutela della costa con un partenariato importante anche con le altre realtà insistenti sull’Adriatico”.
Altra novità rilevante emersa dall’incontro di ieri è che verranno cancellati gli IAT le cui competenze verranno trasferite alle Agenzie di Promozione culturale che diverranno di Promozione culturale e turistica.

Duro l’affondo anche del CV (CP) Enrico Moretti, Comandante della Direzione Marittima di Pescara, che ha dapprima ripercorso la storia della tipologia dei flussi turistici e le richieste che provengono dal turismo attuale. Poi, però, ha puntato il dito contro la metodologia utilizzata per la Perimetrazione del Parco della Costa teatina che aveva bisogno di “un confronto nel dialogo della compensazione di interessi per raggiungere un equilibrio che è possibile trovare e solo allora un’area protetta potrebbe sortire gli effetti benefici sperati”. Moretti ha definito “superficiale la proposta di perimetrazione dell’area marina protetta” e ha alzato il velo sul possibile ingessamento derivante dall’esistenza delle norme di salvaguardia imposte dal ministero qualora non esista una individuazione certa “di ciò che si può e che non si può fare”. “Come si fa a perimetrare un’area protetta inglobando un’area turistica come un porto turistico?” si chiede il comandante che ha aggiunto “come è possibile che per fare opere di manutenzione ai porti si debba finire per dover chiedere la VIA?”.
“Esorto tutte le associazioni di categoria e gli operatori – ha chiosato Moretti – a non guardare al proprio orticello, ma a mettere insieme una sinergia per creare una massa compatta” evidentemente per provare a correggere quelle che sono parse delle vere storture.

La delegata Assobalneari Abruzzo per la provincia di Chieti, Incoronata Ronzitti, ha subito posto l’accento sull’evidenza che “è tangibile il fatto che non si può imporre un’area protetta quando non c’è consapevolezza nella comunità”. Per la rappresentante di Assobalneari “la politica non ha voluto presentare un progetto di perimetrazione ed ora il commissario ha garantito di portare a termine il suo incarico ed entro giugno presenterà la perimetrazione al ministero”, ma, ha aggiunto, “vi è una violazione formale del Diritto europeo e del Diritto ambientale rappresentata dal mancato coinvolgimento delle comunità interessate che non sono a conoscenza di queste problematiche. E’ obbligatorio pubblicizzare i vincoli dei progetti e dare tempi lunghi per presentare le relative ed eventuali osservazioni”. La Ronzitti ha ricordato come siano state perimetrate “aree che non presentavano fenomeni di antropizzazione che, invece, oggi vi sussitono”, aggiungendo che “abbiamo diversi SIC sottoposti a norme di salvaguardia per la mancanza dei relativi Piani di gestione e riserve regionali che già rispondono appieno alle esigenze di tutela ambientale. Qual è l’opportunità e la necessità di portare avanti un progetto che non ha tenuto conto di tutto ciò?” si chiede sostenendo che così facendo “il Parco diventa sovraordinato a tali aree già attenzionate adeguatamente dal legislatore ai fini di tutela e conservazione. Eppure basti pensare che con la nuova perimetrazione l’80 per cento degli alberghi ricadrebbero nell’area A del Parco dove non si può fare nulla costringendo addirittura a una loro delocalizzazione ma a spese di chi?”

Luigi Di Giosaffatte, Direttore Generale Confindustria Chieti Pescara, ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro in merito alla perimetrazione e costituzione del Parco ricordando l’incontro già fatto con Pino De Dominicis. “Abbiamo sollevato già alcune perplessità – ha detto – come la questione del porto di Ortona ricompreso nella zona D”. “Confindustria non è contro il Parco e contro la protezione dell’ambiente – ha tuonato – ma siano attenti che la perimetrazione tenga conto di tuti i livelli di antropizzazione attuale e potenziale e di sviluppo industriale”. “Abbiamo chiesto al commissario – ha aggiunto – che prima di presentare il piano definitivo al ministero ci incontri e chiediamo agli operatori di darci delle informazioni utili, perché basterebbe il congelamento da parte del ministero con l’attivazione delle norme di salvaguardia per mandare in rovina molte attività ricadenti nella perimetrazione”.
Di Giosafatte ha ribadito che la lotta per modificare il Piano non si fermerà solo al rapporto con De Dominicis ma verrà portata avanti anche sul tavolo del ministero che dovrà rigettare, accettare o modificare il Piano.
E’ stato Ivano Calabrese, di Confindustria, ad evidenziare dei paradossi come l’intera Piana S. Angelo (la zona industriale di San Salvo) che verrebbe classificata come “area dove sono consentite solo opere di ristrutturazione e riqualificazione a supporto delle attività turistiche”. Discorso analogo per la Valdisangro. Calabrese ha accusato chi ha redatto il Piano di averlo fatto con la firma di qualche associazione ambientalista affermando, poi, “che vi è stato un basso livello di approfondimento che, però, ci consente di lavorare su eventuali correzioni che, comunque, saranno minime”.

Se Domenico Molino e Marco Marra hanno difeso l’operato e le scelte dell’Amministrazione comunale vastese, che ha tenuto conto dell’antropizzazione e dello sviluppo turistico tenendo conto anche delle sollecitazioni promosse dai portatori di interessi in almeno 4 incontri, Silvana Priori, sindaco di Torino Di Sangro, senza peli sulla lingua ha ribadito il suo diniego al Parco che comunque si farà. Allora “vogliamo regole certe”, ha detto, “sollevando molte perplessità sui possibili ingessamenti derivanti dalla nuova area protetta.

Mario Olivieri, presidente della Commissione Sanità e Lavoro della Regione Abruzzo, parlando del Piano demaniale marittimo appena approvato ha detto: “ci aspettiamo investimenti e sviluppo e che ci sia una riapertura e un confronto tra voi e tutti i portatori di interessi lasciando da parte gli interessi privati”.
Sulla perimetrazione l’esponente di Abruzzo Civico  ha evidenziato come sarebbe stato opportuno recepire esclusivamente il lavoro fatto dai diversi comuni senza ingessare il territorio e lì dove necessario, magari, allargando le aree SIC.

L’intervento di chiusura è stato demandato ad Ottavio Di Stanislao, Presidente Assobalneari Abruzzo, che
ha puntato il dito contro la normativa che invece in altri Paesi come la Spagna e il Portogallo tutela “vergognosamente” gli investimenti e le categorie. “In un momento di grave crisi – ha aggiunto – abbiamo politiche come quella del Parco che potrebbero aggravare il calo del turismo”. Assobalneari chiede la proroga delle concessioni guardando con un occhio critico al riordino della materia che introduce le aste per le nuove concessioni, metodica che ha portato il porto de Il Pireo “praticamente finito in mano ai cinesi”.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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