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“No al petrolio, sì al vino”, D’Alfonso detta la linea per l’Abruzzo

 luciano d'alfonsoMattarella, L’Aquila, la sanità, il futuro del regionalismo, le trivelle in Adriatico che «fanno paura», una ‘metro veloce tra Roma e Pescara, ma anche l’orgoglio per il vino d’Abruzzo, ambasciatore in America delle eccellenze regionali «con 60 milioni di statunitensi che ci guardano con interesse per la qualità dei nostri prodotti». È un Luciano D’Alfonso a tutto campo quello che in forum con il direttore dell’agenzia di stampa Ansa, Luigi Contu, fa il punto della situazione a nove mesi dall’elezione come presidente della Regione Abruzzo. «L’Abruzzo ha bisogno e ha diritto a che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella venga a visitarlo – ha detto D’Alfonso – già mi aveva detto che da giudice costituzionale avrebbe preso in esame la visita. Poi dopo la elezione, in considerazione anche che sono stato un suo Grande Elettore, ci siamo scambiati degli sms». Tiene sempre banco la ricostruzione post sisma all’Aquila e D’Alfonso conferma che «ci sono a disposizione ancora 5,5 miliardi di euro, stanziati dal governo nei prossimi anni. Ma se mi chiedete a che punto sta la ricostruzione e che voto do a quanto si è fatto fino ad adesso, dico che il voto è 7. Non solo: il 99% di quanto ricostruito è di una bellezza straordinaria».

«Mi fanno più paura le trivelle in mare che Bussi», ha poi risposto sulle emergenze ambientali in regione e in riferimento alla sentenza dello scorso dicembre che ha assolto i 19 imputati del processo sulla megadiscarica dei veleni di Bussi sul Tirino (Pescara). Ma mentre per la bonifica di Bussi la battaglia non è persa, visto che la Regione si costituirà parte civile al processo d’Appello, è sulle perforazioni in mare «che siamo più affannati… più dal petrolio che Bussi». Nodo sanità: l’Abruzzo «riuscirà ad uscire dal commissariamento e i tagli imposti dalla Legge di Stabilità non incideranno sui programmi di rientro. Anzi benedico il tavolo di monitoraggio – ha detto D’Alfonso – perché ha permesso una rieducazione amministrativa». In riferimento all’ipotesi di un ministero del sud, D’Alfonso si è detto «non solo d’accordo ma addirittura entusiasta», un «interlocutore unitario che supporti il difficile lavoro delle Regioni sul fronte dell’utilizzo dei fondi comunitari è non solo opportuno ma doveroso». E poi una promessa: solo tre fermate sulla linea ferroviaria Roma-Pescara. Infatti basta con «una tratta con 50 fermate duecento persone a fermata… la omma raccoglie le persone e le porta alle fermate».

Gran finale da sponsor delle eccellenze turistiche e agroalimentari d’Abruzzo e un brindisi a quei «60 milioni di americani», che bevono Montepulciano e che «guardano con interesse l’Abruzzo per la qualità dei nostri prodotti, in particolare dei vini abruzzesi», e poi ha concluso «siamo una delle poche regioni che hanno montagna e mare: dobbiamo imparare a »cucire« tutto questo, organizzando una narrazione di successo».

 

 

 

 

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