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La maggioranza boccia il cambio di destinazione d’uso del Molino Village

Un dibattito dagli esiti scontati quello chiuso intorno alle 13.30 nell’aula Vennitti di Palazzo Città sulla  vicenda Molino Village. Un dibattito con molti momenti di tensione anche accesa nei quali non sono mancate parole grosse rimbalzate tra i banchi dei due schieramenti. Assenti Marcello (per motivi famigliari), la Amato (per impegni istituzionali) e Francesco Paolo D’Adamo (che ha perso la madre), è  stato l’assessore all’Urbanistica Luigi Masciulli a introdurre il punto. Nel corso del suo breve intervento ha parlato anche della ormai tanto famigerata relazione del dirigente dell’Urbanistica sottolineando come l’ufficio tecnico ha semplicemente dato un parere interpretativo di una legge nuova non suffragata da nessun orientamento giudiziario tant’è vero che l’ufficio si è espresso soltanto a livello teoricamente possibilista, affermando che se il comune esprime parere positivo avvierà tutto l’iter senza che necessariamente si giunga a una valutazione positiva.

Paola Cianci, a mo’ di portavoce a sostegno della delibera, ha ricordato il lungo iter tra Prg e Nta che ha sempre visto il centrosinistra ritenere che quella area fosse da destinare sempre a scelte turistiche e non residenziali sottolineando come una legge regionale non possa andare in variante al Prg. ‘L’amministrazione non deve recepire passivamente la semplice relazione interpretativa di un ufficio tecnico” ha detto, parlando di una scelta contro la cementificazione del territorio e lo sviluppo turistico all’insegna del trasparenza. ‘Il voto di oggi non è un voto tecnico, ma politico” ha dichiarato chiudendo il suo intervento con un sibillino: “Le compatibilità evocate da costruttore e acquirenti non sono comprese nell’art 5 della legge regionale”.

E poi 4 ore a rimpallarsi accuse, ore nelle quali sono apparse talora offuscate le posizioni tra quel dire e quel non dire che ha contribuito a scrivere una delle pagine più brutte della politica vastese con la maggioranza trainata dall’estrema sinistra e la minoranza a spingere l’approvazione del cambio di destinazione d’uso.

Per quest’ultime, attraverso le parole dei vari Del Prete, Desiati, D’Alessandro, Montemurro, Sigismondi gravi sono le colpe di una maggioranza che non ha voluto recepire una legge regionale, che non è stata artefice di adeguati controlli sul sistema edilizio fino al punto che Del Prete, parlando di quello che ha definito un comizio della Cianci ha detto “Il suo comizio se avallato dall’amministrazione deve provocare l’immediata rimozione di dirigente e le dimissioni dell’assessore”.

Di spessore l’intervento di Mario Della Porta, che alla fine si asterrà dal voto e che ha richiamato il fatto che nella relazione dell’ufficio tecnico “non si fa riferimento al fatto che la struttura sorge su una posizione classificata come D2 che per fare del residenziale civile imporrebbe una variante al piano. La delibera non può essere accolta meramente per discrezionalità amministrativa, ma per una impossibilità giuridica ad adottarla perché fa riferimento ad alcune considerazioni dei capi di imputazione. Una sanatoria che non si può fare”.

Anche Massimo Desiati non ha risparmiato colpi alla botte lesionata della maggioranza quando ha affermato che “Non avrei mai pensato che la delibera fosse sostenuta dalla parte più estrema della coalizione. Non mi sarei mai aspettato che l’unico intervento della maggioranza fosse contrario alla proposta di delibera”. Il leader di Progetto per Vasto ha ribadito il cambio di rotta dell’Amministrazione che “a distanza di pochi mesi dice due cose completamente diverse alla luce del medesimo parere dell’Avvocatura e degli uffici tecnici, quest’ultimo omesso nella nuova proposta di delibera”

Quel che però è apparsa più evidente è stata la difficoltà tutta interna al Pd, dove il Molino Village ha lasciato profonde ferite. E sì, perché quel silenzio assordante dai banchi del partito di maggioranza relativa non poteva passare inosservato. E così a tirare la carretta del Pd ci hanno pensato i “vecchi” leader con Giuseppe Forte che ha dichiarato il suo voto “responsabilmente a favore della proposta di delibera contro il cambio di destinazione d’uso”. “D’Altronde sono entrato in politica per schierarmi contro la cementificazione”, ha detto ricordando il compianto Antonio Di Santo, uno dei più accaniti sostenitori di quella battaglia”. Il presidente del Consiglio comunale ha anche polemizzato con quello che ha definito il “livello più basso del linguaggio mai raggiunto in un consesso di questo tipo”.

Anche Luciano Lapenna alla fine ha deciso di parlare in Aula davanti ad alcuni acquirenti di quegli immobili della Marina, mostrando apprezzamento per l’intervento nei contenuti e nei modi di Mario Della Porta. Sulla posizione assunta dalla maggioranza ha dichiarato “Non è senza significato il fatto che c’è stato un rinvio a giudizio e il nostro percorso è dovuto. La nostra maggioranza non può fare altro. Mi auguro il buon fine per il privato rispetto a una vicenda certamente complessa cosicché possa presentare una nuova richiesta”. “Noi non siamo tenuti a recepire la legge regionale – ha sottolineato il sindaco – e non verrà  recepita perché avrebbe detto che alcune cose si potevano fare e altre no”.

Lapenna ha apprezzato anche la scelta di Molino che pur coerentemente ancorata ai suoi propositi di voto contrario alla delibera è rimasto in aula a difenderla. “Chi ha deciso di scappare – ha insistito Lapenna – sono gli stessi che hanno votato contro il piano di assetto idrogeologico e il piano scarpate che noi abbiamo approvato”. Prima del voto l’ultimo pensiero “non abbiamo avuto una posizione ordinata e non è  una decisione politica, ma un atto dovuto per questa Amministrazione e il fatto che in tanti sono andati via è la prova della fondatezza della nostra riflessione”.

Il parlare di Forte e Lapenna non è riuscito, però, a convincere il giovane segretario del Partito democratico Antonio Del Casale, che pochi minuti prima del voto è uscito dall’Aula Vennitti di fatto aprendo una crisi sulla sua posizione all’interno del partito.
Questo l’esito del voto in Aula:

FAVOREVOLI:  Cianci, Lembo, Vicoli, Del Piano, Barisano, Paolino, Menna, Forte e Lapenna

CONTRARI: Molino

ASTENUTI: Della Porta

NON PARTECIPANO. Monteodorisio, Baccalà, Montemurro, Del Prete, D’Alessandro, Desiati, Bischia, Sigismondi, Del Casale

Nelle foto il momento della votazione

L. S.

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