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Mosca olearia, la Regione non prevede fondi per le imprese teatine

da agraria.org
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Ancora una volta la Regione Abruzzo ha deciso di penalizzare la provincia teatina assumendo la decisione di escludere le province di Chieti e Teramo dai benefici economici alle aziende olivicole e frantoiane nonostante il calo di oltre il 40 per cento delle produzioni registrato nello scorso autunno.

Lo ha fatto approvando al delibera di Giunta n. 870 del 23 dicembre scorso salvo poi verificare l’entità economica della produzione olivicola delle due province di Teramo e Chieti rispetto all’entità economica della produzione olivicola dell’Aquila che è nettamente inferiore. La legge 102 richiamata nella delibera e nei limiti della disponibilità finanziaria del Fondo di Solidarietà Nazionale, stabilisce che per accedere ai benefici previsti è necessario un accertamento di danno alla produzione di ogni provincia pari ad almeno il 30% del fatturato agricolo totale e non solo sulla produzione delle olive e dell’olio, per cui l’Abruzzo nella sua totalità territoriale, ha subito un danno che va oltre le percentuali contemplate dalla legge. Tali danni non è stato nemmeno possibile riscontrarli con precisione dal momento che i pur bravi operatori del territorio lamentano carenza di mezzi e di carburante per poter svolgere i rilevamenti tecnici.

Sulla scia di queste considerazioni il consigliere regionale di Abruzzo Civico, presidente della Quinta commissione Sanità e Affari Sociali, Mario Fiorentino Olivieri, ha depositato un’interrogazione in Consiglio Regionale per sapere quali misure adotterà il Presidente della Giunta regionale a sostegno delle aziende agricole olivicole e dei frantoiani delle province di Chieti e di Teramo, ridotte al collasso dopo i danni causati dall’infestazione del Dacus Oleae, la mosca dell’olivo, dell’annata agraria 2014.

“La produzione olivicola insieme a quella vitivinicola – dichiara Mario Olivieri – rappresenta non solo un introito considerevole per l’economia abruzzese, ma soprattutto una peculiarità qualitativa nota in tutto il mondo per l’orografia delle aree produttive. Parlando, poi, personalmente con i produttori del comparto chietino e teramano si evince che la quasi totalità dei coltivatori, frantoiani, industrie conserviere e insacchettatori, è stata vittima di ingenti perdite, non solo rispetto agli introiti produttivi, ma anche per la messa in produzione. Il dovere di noi amministratori è quello di predisporre misure extra ordinem per tale grave situazione verificatasi nel nostro territorio”.

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