La Direzione Gara ha convocato a Sepang Andrea Iannone per decidere sull’incidente con Pedrosa durante il GP di Phillip Island. Alla fine ha deciso di punirlo con un punto sulla licenza per condotta irresponsabile, lo stesso trattamento riservato a Bradl, protagonista di un episodio quasi identico. “Non sono certo un irresponsabile, altrimenti non correrei in moto – il commento del ducatista vastese – Purtroppo ci sono state una serie di cause, il fatto che non sia entrata la prima marcia in scalata, una traiettoria più interna ed è successo”. Andrea vuole lasciarsi il fattaccio alle spalle, per quando riguarda invece il contatto alla prima curva con Crutchlow, “ho spiegato le mie ragioni e anche la Direzione Gara non ha trovato niente di strano”.
Dani Pedrosa non era presente all’incontro, “non mi hanno chiamato né fatto sapere niente”, e preferisce non commentare. “Non è il mio lavoro e non tocca a me decidere”, taglia corto. Messa una pietra sopra il passato, Iannone – che ha incontrato i piloti dell’Asia Talent Cup – porta però ancora sul corpo i segni della caduta. “Ho un grosso ematoma all’anca, sul lato sinistro, ma nessuna frattura – spiega – Ho provato a salire sulla moto e ho sentito molto dolore. Per lo stesso motivo non sono neppure riuscito ad allenarmi con la corsa o la cyclette, ma non sono preoccupato. Col passare dei giorni la situazione migliorerà”. L’obiettivo a Sepang è quello di raccogliere quei frutti che per un motivo o per l’altro gli sono sempre sfuggiti. “Quello di Phillip Island poteva essere il miglior fine settimane della stagione – ricorda – Qui nei test siamo andati bene e siamo sulla strada giusta”.