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Una DOP unica per l’olio evo abruzzese: la proposta di Copagri all’assessore regionale all’Agricoltura

foto da greenplanet.it
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Una unica DOP regionale per l’olio extravergine d’oliva: è questa la richiesta avanzata dalla Copagri Abruzzo all’assessore regionale all’Agricoltura Dino Pepe attraverso una lettera inviata dal vice presidente vicario regionale Camillo D’Amico, che sottolinea come “attualmente in Abruzzo sono presenti tre consorzi di Denominazioni d’Origine Protetta (D.O.P.) dell’olio ex vergine d’oliva: Colline Teatine a Chieti, Aprutino – Pescarese a Pescara e Colline Petruziane e Teramo”.

Uno stato delle cose che D’Amico definisce come “operativo solo sulla carta e non incide per nulla nel rappresentare il necessario valore aggiunto al poco prodotto immesso in commercio e non dà alcun contributo concreto ad elevare i redditi delle aziende olivicole Abruzzesi”.

Per Copagri “in questo settore è necessaria una vasta e profonda operazione di semplificazione ed aggregazione.

La via d’uscita potrebbe essere la costituzione di un’unica D.O.P. Abruzzese dell’olio extra vergine d’oliva che superi l’attuale frammentazione ed offra una concreta opportunità di valorizzazione del prodotto di qualità che andrebbe tutelato con un disciplinare di produzione semplice e chiaro ed un marchio d’identificazione territoriale che contenga, come menzione, la zona di provenienza e produzione delle drupe”.

D’altronde, evidenzia sempre D’Amico “La normativa comunitaria aiuta parecchio in questo caso sia perché sono operativi da anni i progetti della valorizzazione e tracciabilità dell’olio extra vergine di qualità, portato avanti dalla associazioni ed unioni dei produttori,  che dalla “nuova P.A.C.” 2014/2020 dove l’Abruzzo è inserita nelle regioni dove solo le produzioni biologiche, D.O.P. ed I.G.P. sono ammesse nel regime dei finanziamenti ad ettaro di oliveto coltivato.

Rispetto a questa situazione, egregio Assessore, Lei può veramente dare un decisa spinta innovativa al settore olivicolo Abruzzese in un una fase in cui siamo ancora nella predisposizione e nella scrittura delle regole del nuovo Piano di Sviluppo Rurale (P.S.R.) e dell’avvio della P.A.C. 2014/2020.

Riorganizzare, semplificando ed aggregando, il comparto olivicolo darebbe opportunità di sviluppo e valorizzazione concreta all’intero settore che potrebbe trovare un nuovo e deciso impulso in termini di reddito ed occupazione”.

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