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“Dove sono i nostri”, la lotta di classe ai tempi della crisi

stappiamo e raccogliamo-2014 - 001È stato presentato ieri pomeriggio alle 18 presso la Drogheria Buonconsiglio il libro “Dove sono i nostri – Lavoro, classe e movimenti nell’Italia della crisi”, un’opera collettiva dei Clash City Worker di indagine e ricerca sul mondo del lavoro. A presentarlo, dopo l’introduzione di Carmine Tomeo, responsabile regionale per il Settore lavoro di Rifondazione Comunista, due membri dei Clash City Worker che preferiscono non essere citati per conservare al massimo la dimensione collettiva dell’opera.
Come sottolineato da Tomeo in apertura, si tratta del libro che mancava alla sinistra: “Se devo fare una critica al mio partito, posso dire che Rifondazione è nata anche per dare strumenti di questo tipo e per fare questo tipo di analisi, ma è rimasto tutto sulla carta; oggi finalmente abbiamo lo strumento necessario a capire la composizione delle classi sociali che ci permette di capire anche come il capitale colpisce il mondo del lavoro. È ormai chiaro che da questa crisi si esce o dalla parte dei lavoratori o dalla parte del capitale. Il livello di sfruttamento in atto è tale da rendere evidenti le scelte che si stanno facendo. Ultimamente si parla spesso di come ricostruire la sinistra, ma lo si fa cercando di vedere quali forze politiche si riescono a mettere insieme, invece bisogna partire dall’aggregazione dei lavoratori, che devono ritrovare la dimensione del conflitto collettivo”.
A seguire uno dei due ospiti ha ripercorso le tappe della costituzione del collettivo, avvenuta nel 2009 a Napoli e poi allargata ad altre città. Come successivamente spiegato, gli obiettivi principali dell’opera sono tre: quello di aprire un dibattito sul conflitto sociale, offrire uno strumento utile per chi vuole informarsi sulle tematiche relative a lavoro e lotta di classe, e infine allacciare rapporti dalle varie realtà, usando come “collante” proprio l’interesse sul tema.
Come sottolineato poi dal secondo ospite, nel libro sono raccolti i dati rispetto alla popolazione italiana nel suo complesso, poi scomposta in categorie di lavoratori, e naturalmente con uno sguardo attento ai disoccupati. L’ultima parte del libro è invece riservata alle conclusioni, rispetto ai dati raccolti che fanno emergere alcune questioni politiche, dalla questione femminile, agli immigrati, alla questione meridionale, per finire con i rapporti politici/sindacali.
Il tutto per rispondere a quella che è la domanda di fondo: “A chi deve parlare la sinistra?”. La risposta, come sottolineato dai due ospiti, risiede nel liberarsi dalle “false differenze” (come onesti/politici, immigrati/lavoratori del luogo, ecc…) e tornare a quella che è considerata l’unica vera differenza, che è quella tra chi detiene i mezzi di produzione e chi è costretto a vendere la propria forza lavoro. Ed è proprio a quest’ultima categoria che per gli autori dell’opera la sinistra si deve rivolgere per ritrovare la propria “base” e i propri riferimenti culturali.

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