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L’acquedotto romano di San Salvo, le nuove esplorazioni

acquedotto romano-san salvo - 18Incontro presso la Casa della Cultura “Porta della Terra”, ieri pomeriggio a San Salvo, per illustrare i risultati delle nuove esplorazioni dell’acquedotto romano di San Salvo, condotte dalla cooperativa Parsifal.
Presenti all’incontro, l’assessore alla Cultura Giovanni Artese, Davide Aquilano, presidente di Italia Nostra del Vastese, e Marco Rapino e Fabio Sasso della cooperativa Parsifal.
Dopo l’introduzione e i saluti dell’assessore Artese, Davide Aquilano ha spiegato il modello di acquedotto romano, con le sue arcate per mantenere alla giusta altezza il condotto idrico, laddove le pendenze del terreno facevano emergere le stesse condutture. Come spiegato dal dottor Aquilano, gli acquedotti rappresentano uno dei pilastri della civiltà romana che è così riuscita a slegare i centri urbani dalla dipendenza nei confronti delle sorgenti d’acqua.
È stato poi Marco Rapino ad entrare più nel dettaglio della parte di acquedotto romano esplorato sotto il centro di San Salvo; la prima esplorazione è stata condotta tra il 2001 e il 2002, a seguito dell’allargamento di via Fontana che ha fatto emergere una cavità da cui si è potuto accedere alle antiche condutture. In quell’occasione erano stati scoperti i primi due pozzi, il primo che corrisponde a un’abitazione privata e il secondo in corrispondenza di piazza San Vitale.
Nell’ultima esplorazione gli archeologi sono ripartiti proprio da secondo pozzo, che era stato ricoperto con lastre di vetro; da lì al terzo pozzo ci sono 42,50 metri, ma a 28 metri è stato trovato un crollo che ha rallentato i lavori, ma non di molto.
Per il quarto pozzo c’è stato bisogno dell’utilizzo del georadar; a seguito dei lavori di pavimentazione della piazza avvenuti nel 1897, infatti, si sapeva dell’esistenza del quarto pozzo, ma – essendo stato richiuso – non si sapeva precisamente dove fosse situato; e per fare meno danni possibili è stato utilizzato lo strumento che ha permesso di eseguire un’apertura  di un metro e 20 per 80 centimetri.
Da registrare, tra il pozzo numero 3 e il numero 4, la particolarità di un inusuale slargo all’interno della conduttura di cui gli archeologi non riescono ancora a spiegare la funzione. È stato ipotizzato un errore durante gli scavi della conduttura.
Grazie a questi nuovi interventi sono oltre 100 i metri esplorati nell’acquedotto romano che attraversa in diagonale praticamente tutto il quadrilatero archeologico di San Salvo. Gli archeologi ipotizzano che dovrebbero esserci almeno altri 600 metri che attraversano il sottosuolo, in direzione del cimitero cittadino.

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