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Rimborsopoli, ieri l’interrogatorio di Nazario Pagano

PaganoNel capitolo Rimborsopoli, che ha di fatto aperto anche la campagna elettorale per le regionali, ieri è stata la volta dell’interrogatorio di Nazario Pagano. Dinanzi ai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli il presidente del Consiglio regionale ha fornito “opportuni chiarimenti su tutti gli aspetti collegati alle missioni della presidenza del Consiglio che, per espresso profilo istituzionale, esercita funzioni di rappresentanza dell’Assemblea regionale”. In quello che è stato definito “un colloquio sereno”  Pagano  “ha altresì spiegato che molte delle missioni all’estero cui si faceva riferimento in atti, erano da collegarsi alla sua funzione di presidente della Calre (Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni d’Europa), rivestita nel periodo 2011-2012″.

Come successo finora Pagano ha anche difeso l’operato dell’Amministrazione Chiodi di fronte “all’accusa di sperpero di denaro pubblico”, ribadendo come sia il governatore che la sua presidenza hanno adottato una “ferma politica di drastica riduzione dei costi della politica e delle spese di rappresentanza. Queste ultime non solo sono sempre ampiamente contenute ben al di sotto del capitolo di bilancio, ma negl’ultimi due anni, rispetto a chi lo ha preceduto, sono passate dal vecchio importo di 200.000 euro del 2008, agli scarsi 20.000 attuali”. Il presidente del Consiglio ha anche riservato ogni opportuna produzione documentale in relazione alle singole specifiche contestazioni”.

Resta comunque il fatto che tutta la vicenda non potrà essere smaltita prima delle consultazioni elettorali del maggio prossimo dal momento che i magistrati dovranno comunque verificare alcune cose dette e documentazioni prodotte e ultimare gli accertamenti del caso, tutte questioni che allungano e non di poco i tempi: una situazione davvero poco gradita dalle persone coinvolte che avrebbero voluto una chiusura rapida delle indagini per potersi poi dedicare appieno alla dura battaglia elettorale, sulla quale, poi, resta la spada di Dàmocle dell’altra inchiesta avviata dalla magistratura pescarese sulle spese dei gruppi consiliari, le cui indagini sono ancora in corso.

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