Ed è ancora confronto duro sulla data delle prossime consultazioni regionali. Stavolta ad alzare il tiro, dopo che Nazario Pagano ha incassato il si con prescrizioni dell’Avvocatura dello Stato allo spostamento delle elezioni al 25 e 26 maggio 2014, è Camillo D’Alessandro, capogruppo del PD in Consiglio regionale, che getta strali sulla decisione della maggioranza, annunciando, e non siamo nemmeno in campagna elettorale, un probabile ricorso al TAR. Per D’Alessandro una norma ordinaria non può derogare a quanto sancito da una statutaria che impone le elezioni entro marzo e non solo. Negli ultimi 6 mesi di mandato non possono essere emanate norme in materia elettorale proprio per evitare le cosiddette sveltine.
Con Pagano, che l’aveva definita una dilettante, se la prende anche Stefania Pezzopane, che accusa il presidente del Consiglio regionale di volere restare attaccato a quella poltrona che, forse, si sente togliere da sotto il sedere.
Per difendere l’operato della maggioranza Lanfranco Venturoni richiama alla memoria la vicenda Del Turco, cui vanno addebitate le colpe di quel che sta accadendo in quanto ci si ritrova ad affrontare un’elezione in inverno a causa dell’annientamento definito da Sanitopoli.
Insomma il clima è rovente e senza esclusione di colpi per quella che si preannuncia come una delle più cruente campagne elettorali del dopoguerra abruzzese con l’incertezza che sembra farla da padrona.
Un’incertezza che pervade anche la data delle elezioni che, ormai sembrano comunque slittare al 2014 sia esso marzo o maggio non importa. Prepariamoci, comunque, al solito agone politico del quale potremo essere soltanto spettatori inermi.
