Le notizie gravissime riguardanti il fallimento dell’opera di riconversione dello stabilimento della Golden Lady rappresentano una grande lezione, in un tragico contesto economico, per una certa classe politica. Su questa lunga e snervante vicenda, che sembrava risolta, abbiamo visto e letto di tutto. Strumentalizzazioni, corse alla foto davanti alla fabbrica, persino manifesti che pubblicizzavano l’avvenuta soluzione. Ora sono rimaste soltanto la delusione e l’angoscia dei tanti dipendenti, illusi e senza lavoro. La verità è che la grande complessità della crisi globalizzata non si può affrontare con la demagogia, dalla quale purtroppo non è immune neppure la classe sindacale. I nodi vengono puntualmente al pettine e le false promesse si sciolgono come neve al sole, lasciando a terra soltanto macerie. Non si può giocare con la disperazione delle persone. Non è possibile prendere in giro padri e madri di famiglie o giovani che, grazie al lavoro, pensavano di farsela, una famiglia. La politica ha il dovere di parlare chiaro, di cercare soluzioni, se è in grado di cercarle, senza mai vendere fumo. È indecoroso pensare che per il consenso si possa calpestare qualcosa che vale molto di più del lavoro: la dignità di ogni singolo dipendente. Questo è il momento di ragionare in termini di comunità, non di consenso. Il consenso, senza chiarezza, senza assunzione di responsabilità, senza verità, se n’è già andato da tempo, insieme alla fiducia, e chissà se tornerà. Quando la politica si nutre della sua presunta capacità di illudere, ha fallito il proprio compito. Il risveglio, per i politici abituati a giocare con il cilindro e il coniglio, sarà molto amaro.
I consiglieri comunali
Davide D’Alessandro e Nicola Del Prete