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“Viteliù, il nome della libertà”, il libro di Nicola Mastronardi

Nicola Mastronardi
Nicola Mastronardi

Si è svolta ieri pomeriggio la presentazione del libro “Viteliù, il nome della libertà” di Nicola Mastronardi, presso il Giardino botanico mediterraneo di San Salvo. L’evento è stato organizzato dal Centro Studi “Montagna Vastese e Valle del Trigno”, un’associazione che promuove la natura, l’arte e la cultura del vastese e della valle del Trigno. La presentazione si è svolta con la presenza dell’autore ed è stata animata da una puntuale relazione dell’archeologo Davide Aquilano.
Il professionista ha dato conto dei siti esistenti nell’Alto Sannio e che sono stati interessati al racconto di Mastronardi. Dopo aver brevemente esposto i fatti riguardanti gli eventi che vanno dalle guerre sannitiche alla guerra sociale, Aquilano ha ricordato la fedeltà dei Sanniti, dopo la sconfitta di Bovianum e l’alleanza con Roma,  in un periodo di estremo pericolo per la città, come l’attacco di Annibale e quello di Pirro.
Successivamente Aquilano, attraverso documenti e reperti filmati, ha ripercorso il tracciato archeologico che dimostra la forza, la fierezza, il sentimento religioso di un popolo che i romani hanno condannato alla “damnatio memoriae” e che il romanzo di Mastronardi riporta invece nella piena attualità.
Aquilano ha esibito proiezioni di monete (interessante quella che mostra un toro, simbolo dei Sanniti, che incorna una lupa, simbolo di Roma), templi, cinte murarie e perfino tegole con iscrizioni. L’archeologo si è anche soffermato sulla testa di bronzo ritrovata presso San Giovanni Lipioni (oggi al Louvre di Parigi) e la “tavola di Agnone”, anch’essa espatriata a un museo di Londra.. In particolare quest’ultimo reperto è molto importante, perché riporta un elenco di divinità legate al mondo agricolo e pastorale della cultura sannitica.
Dato che nel romanzo di Mastronardi è citato anche Histonium, Aquilano ha spiegato che la città sannitica sorgeva, invece, a Punta Penna e che Histonium è la città costruita dai romani intorno al I secolo a.C.
Rispondendo ad alcune domande, l’autore ha affermato che “certe storie chiedono esse stesse di essere raccontante” e che il percorso narrativo è anche frutto della sua conoscenza del territorio e della “rabbia” di vedere così trascurata e dimenticata la storia di un popolo che, da avversario, ha fatto tremare Roma, e ad alleato ha contribuito notevolmente all’affermazione del potere politico e militare della Città eterna. Ha aggiunto che il suo intento è di sollecitare la massima diffusione del libro proprio per far tornare d’attualità il mondo sannitico con le sue specificità e con la sua cultura. Il romanzo, infatti, è stato presentato già in 24 eventi ed ha ricevuto una forte spinta pubblicitaria con la presentazione presso la Comunità Europea a Bruxelles.
A conclusione dell’incontro, i ringraziamenti dei responsabili del Centro Studi “Montagna Vastese e Valle del Trigno”.

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