Dopo il caos seguito alle dimissioni dei rappresentanti di Coldiretti, Cia e Copagri della provincia di Chieti dal Consorzio di Bonifica Sud e la richiesta di far partire il servizio irriguo dal 1° di aprile, le tre associazioni tornano alla carica e attaccano il presidente del consorzio: “In ogni organismo che si rispetti, è il presidente il primo chiamato ad amministrare, a dare l’esempio e a dimostrare senso di responsabilità. Invece nel caso del consorzio di Bonifica Sud sta accadendo l’esatto contrario”.
“A fronte delle dimissioni della deputazione, – attaccano Coldiretti, Cia e Copagri – il presidente preferisce accusare gli ex amministratori e le organizzazioni di categoria; un comportamento inaccettabile che sta ritardando l’avvio della campagna irrigua mettendo a rischio la redditività di centinaia di imprese agricole. Le motivazioni fornite dal presidente sono infatti pretestuose e dimostrano, paradossalmente, le ragioni di chi ha scelto di dimettersi proprio per prendere le distanze da una gestione approssimativa di un ente che si trova in una situazione economico finanziaria ed amministrativa drammatica.”
Le organizzazioni di categoria difendono quindi le scelte dei propri rappresentanti e rilanciano: “È puerile scaricare le colpe dicendo che chi è dimissionario ha la responsabilità del mancato avvio della campagna. Se la deputazione è dimissionaria non può assolutamente deliberare. È lo stesso organismo di controllo dell’ente che lo stabilisce invitando da alcuni mesi il presidente alla convocazione del consiglio”.
“Le responsabilità del presidente sul mancato avvio della campagna irrigua – concludono Coldiretti, Cia e Copagri – sono evidenti soprattutto se, come da lui stesso dichiarato, è tutto pronto. Se questo non è stato fatto è evidente che siamo di fronte ad un pretesto, ad un cavillo, di cui si dovrebbero chiedere le ragioni vere al presidente stesso. Coldiretti, Cia e Copagri chiedono in tal senso che si ravveda e proceda nelle proprie competenze a risolvere una situazione che è diventata inaccettabile per le centinaia di aziende che, a fronte del pagamento del canone, non hanno visto onorare ancora il servizio dovuto.”
n.l.