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Voto: tra scelte leggitime ed illegalità

seggioSono ricominciate stamane alle 7.00 le operazioni di voto nei seggi di tutta Italia per il rinnovo delle due camere del Parlamento, operazioni che si chiuderanno alle ore 15.00. La prima annotazione della giornata non può trascendere dal forte calo dell’affluenza registrato alle 22.00, al termine di una giornata che aveva sancito una sostanziale tenuta. Potrebbe rappresentare il primo segnale di una protesta contro la politica, che potrebbe anche lasciare presagire risultati a sorpresa (ma fino ad un certo punto): prima delle 15.00, però, meglio non lasciarsi andare a commenti che paiono oltremodo prematuri. Ed allora analizziamo quelle che sono le storture e le anomalie registrare finora nelle sezioni elettorali. Partiamo dalla questione matite. Secondo alcune indiscrezioni vi sarebbero alcuni seggi come quelli delle scuola elementare di via Arniense a Chieti in cui ai votanti sarebbero state fornite matite cancellabili al posto delle indelebili, un caso tutto da verificare e che non potrebbe essere unico.

A Teramo e Pescara, invece, torna in auge il problema dell’aggiornamento delle  liste elettorali. Molti i disagi creati agli elettori che si sono visti respingere e dirottati in comune per aggiornare i propri documenti.

Poi si scende sul penale, a cominciare dall’operato di alcuni militanti del Movimento 5 Stelle che hanno postato su facebook la foto delle schede elettorali mentre apponevano la propria preferenza: un atto illegittimo ed illegale che costerà non poco agli autori della bravata che rischiano una pena da 3 a 6 mesi e un’ammenda da 300 a 1.000 euro.

Ipotesi sottrazione di schede per un presidente di seggio di Anzio, che sarebbe stato sorpreso a nascondere delle schede elettorali. Una denuncia ancora tutta da verificare.

Una scatola chiusa contenente schede elettorali è stata trovata a Roma. Probabilmente era stata dimenticata o consegnata in ritardo ed è stata rinvenuta all’esterno della scuola. La Polizia ha sottoposto il materiale a sequestro e dato il via alle indagini di rito.

A Cagliari, invece, i lavoratori dei Centri servizi per il lavoro (Csl e Cesil) della Sardegna, hanno dato fuoco a varie schede elettorali davanti il palazzo della Regione in segno di protesta in quanto chiedono la soluzione della vertenza per il loro posto di lavoro.

E poi c’è chi ha scelto di non votare come nel potentino, dove nei comuni di Possidente di Avigliano e Sant’Antonio Casalini di Bella, si è fatta questa scelta in segno di protesta contro la chiusura degli uffici postali.

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