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Due anni di dispetti e persecuzioni, donna denunciata

commissariato psUn particolare caso di ‘stalking’ è stato rilevato dagli uomini del commissariato di pubblica sicurezza di Vasto. Al centro della vicenda, infatti, non i rapporti controversi di ex fidanzati o mobbing sul posto di lavoro.
La vicenda ricostruita dagli agenti di Polizia, coordinati dal vice questore aggiunto, il dottor Cesare Ciammaichella, vede come protagoniste due attività commerciali.
Quando il titolare di un negozio di prodotti tipici ha aperto la propria attività, non poteva certo immaginare la reazione della vicina, una donna di 61 anni, a sua volta titolare di un negozio di arti grafiche. Considerata la diversità dei due negozi, non è stata nemmeno questione di “concorrenza”, eppure la donna aveva preso di mira la nuova attività, mettendo in atto una serie di comportamenti invadenti e offensivi. Oltre ad ingiuriare e a minacciare il vicino ad ogni occasione con dei comportamenti solitamente molesti ed arroganti, aveva anche cercato di allontanare i clienti dal negozio, convincendoli a non comprare i prodotti del rivale perché scaduti e comunque trattati con pesticidi. I dispetti sono andati avanti per due anni senza tregua, sia nei confronti dell’uomo, che dei suoi clienti. La donna in un’occasione aveva perfino chiamato i carabinieri, riferendo di essere stata avvelenata dalla “criolina” con cui il commerciante avrebbe trattato i propri prodotti. Inoltre aveva montato, senza alcun preavviso, né cartelli di segnalazione, un sistema di telecamere a circuito chiuso “puntato” proprio contro il “rivale”.
La moltitudine di episodi avevano finito per condizionare l’uomo che infine si è rivolto alla Polizia.
Gli agenti di Polizia, coordinati dal dottor Ciammaichella, hanno avviato le indagini del caso, e individuando quattro testimoni della parte offesa, in grado di ricostruire i fatti di reato e di rendere provata la denuncia.
L’atteggiamento ingiurioso nel tempo, si è rivolto anche ai familiari del negoziante vittima, con un crescendo di umiliazioni e di offese che andavano ben oltre la semplice provocazione. Se dovessero insistere tali comportamenti, alla denuncia seguirà la diffida degli organi competenti. La donna rischia di essere punita con la reclusione da 6 mesi a 4 anni, ai sensi dell’art. 612 bis del codice penale.

Natalfrancesco Litterio

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