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Ombrina Mare: Legambiente non ci sta

 ROSPO MARE BLo avevamo detto ieri: Ombrina Mare 2 si farà, salvo ricorsi e sospensioni. Quel che ci si chiede è perché nessuno finora avesse portato a conoscenza la cittadinanza del via libera del ministero dell’Ambiente diramato già il 14 febbraio ultimo scorso: forse per non favorire comportamenti sfavorevoli nei seggi elettorali? Ora si attende la reazione di Regione, Comuni, associazioni ambientaliste e politici del territorio affinché si scongiuri il nuovo assalto al mare Adriatico portato avanti dalla Medoilgas.

Oggi, intanto, giunge la ferma presa di posizione di Legambiente:

 “Il condono delle trivelle in mare previsto dall’articolo 35 del Decreto Sviluppo (decreto legge n. 83 del 22 giugno 2012, recante misure urgenti per la crescita del Paese) ha sbloccato la costruzione di fronte alla costa abruzzese del pozzo della Medoilgas Ombrina Mare 002.

Il parere positivo della Commissione VIA autorizza infatti le attività di estrazione e l’utilizzo della piattaforma galleggiante per il primo trattamento in loco del greggio estratto.

La stessa richiesta nell’ottobre 2010 era stata fermata dai vincoli imposti dal dlgs 128/2010, approvato dopo l’incidente alla piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico nell’aprile del 2010, perché troppo vicina alla costa. Vincoli azzerati dalla nuova norma, come dimostrano le note riportate sul sito della stessa Commissione VIA nazionale lo scorso 25 gennaio: “Il parere n.541 del 07/10/2010 è stato sostituito dal parere n.1154 del 25/01/2013 a seguito dell’entrata in vigore dell’art.35 della Legge n. 134/2012”.

Le attività petrolifere autorizzare si svolgeranno a poche miglia dalla costa proprio di fronte l’istituendo Parco nazionale della costa teatina – commenta Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente AbruzzoUna scelta, quella della compagnia petrolifera e autorizzata dal Governo nazionale, assolutamente incompatibile con il percorso di tutela e valorizzazione del territorio scelto dalle Comunità locali”.

Legambiente ha chiesto con forza l’abrogazione dell’articolo 35 del decreto sviluppo, definendolo un vero e proprio condono alle trivelle petrolifere nel mare italiano che continua a mettere fortemente a rischio l’ambiente marino costiero e lo sviluppo dei territori.

Tutto questo avviene in nome di una presunta indipendenza energetica che durerebbe appena 7 settimane, stando ai consumi attuali e alla stima delle riserve accertate sotto il mare italiano – ribadisce Angelo Di Matteo – Lo scenario della Strategia Energetica nazionale del ministro Passera è ben più limitato di quello basato sulla valorizzazione del territorio, sull’istituzione del parco della costa teatina e sul protagonismo delle Comunità locali che sono, invece, sempre più tagliate fuori nella valutazione e nel rilascio dei permessi di ricerca ed estrazione,sia sul territorio di competenza sia nel mare”.

Nella giornata di ieri, però, anche dal Comitato di Rivoluzione Civile si è levato un coro di no al progetto attraverso le parole di Alfonso Mascitelli, candidadto al Senato, e Stefano Leoni, ex presidente del Wwf e candidato alla Camera, così come nella serata un fermo no alla petrolizzazione dell’Adriatico è giunto anche da Angelo Pollutri, candidato al Senato per il PD, nel corso della sua arringa sul palco del Politeama Ruzzi.

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