Cresce la disoccupazione in Italia e non poteva essere altrimenti. La misura ci viene data dai rilevamenti ISTAT diffusi quest’oggi e fotografano bene quanto fino ad oggi siano state insufficienti le misure messe in campo da chi aveva il dovere di agire a tutela del lavoro e della dignità delle persone. Ecco la crudezza dei numeri: a dicembre il tasso di disoccupazione in Italia è salito all’11,2%, il più alto dal primo trimestre del 1999, ed in crescita dello 0,1% rispetto a novembre e di 1,8 punti nei dodici mesi. Il numero dei disoccupati è cresciuto di 4mila unità nel solo mese di novembre attestandosi a quota 2 milioni 875 mila, ma, su base annua, i posti di lavoro persi nel nostro Paese è pari a 474mila (+19,7%). A dicembre scorso gli occupati erano 22 milioni 723 mila, con un calo dello 0,5% rispetto a novembre (-104 mila) e dell’1,2% su base annua (-278 mila). Il tasso di occupazione, pari al 56,4%, diminuisce di 0,2 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 0,6 punti rispetto a dodici mesi prima.
Questo il quadro ISTAT, ma quale sarà il futuro a breve termine secondo gli italiani: a rispondere ci ha pensato il Rapporto Italia 2013 dell’Eurispes secondo il quale il 52,8% degli italiani crede che la situazione economica del Paese subirà un peggioramento nei prossimi 12 mesi, mentre il 27,9% è sicuro che rimarrà stabile e solo 1 italiano su 10 indica un sicuro miglioramento. Tra le categorie più pessimiste e sfiduciate ci sono gli imprenditori (65,5%).
E come se non bastasse 7 italiani su 10 hanno visto peggiorare la situazione economica personale, e due italiani su tre sono pressoché sicuri che non riusciranno a mettere nulla da parte nell’anno in corso. Il 60,6% degli italiani dichiara di essere costretto a intaccare i propri risparmi per arrivare alla fine del mese; il 62,8% ha grandi difficoltà ad affrontare la quarta settimana; il 79,2% non riesce a risparmiare.
Inoltre, quasi due terzi dei lavoratori, (61,3%), afferma che l’attuale occupazione non permette loro di sostenere spese importanti quali l’accensione di un mutuo o l’acquisto di un’automobile ed il 53,5% afferma di non essere più in grado di sostenere adeguatamente il proprio nucleo familiare.
Lu. Spa.