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I Nuovi linguaggi: varie discipline a confronto sul tema

Tra i saluti delle autorità al convegno sui Nuovi linguaggi, la cui seconda giornata si è tenuta stamattina, l’onorevole Maria Amato ha ricordato la strage di Capaci, di cui oggi ricorrono i 23 anni. Hanno brevemente preso la parola anche il sindaco Luciano Lapenna e il dirigente Rocco Ciafarone. E’ poi iniziata la serie degli interventi dei relatori, che hanno inquadrato l’argomento dei nuovi linguaggi secondo la loro disciplina d’interesse. Il professor Antonio Zimarino, critico d’Arte e insegnante del Liceo Scientifico “L. da Vinci” di Pescara, ha interessato la platea dei ragazzi con riferimenti all’arte contemporanea che non si rifà più alle branche tradizionali, ma utilizza nuovi linguaggi, come immagini tecnologiche, per far vivere allo spettatore il momento dell’esperienza d’arte e metterlo in contatto con se stesso. “Bisogna pensare all’arte contemporanea come qualcosa da vivere, senza avere paura dei nuovi linguaggi, ma usarli per costruire una vostra parte di mondo” – così Zimarino ha esortato i ragazzi. Stefania Spina, professore associato di Glottologia e Linguistica dell’Università per Stranieri di Perugia, ha portato avanti un’analisi dettagliata sul “Linguaggio e comunicazioni nei social network”, riscontrando le differenze rispetto alla conversazione tradizionale. “Quella dei social network è una comunicazione a forte impatto emotivo, non sincronica, sempre mediata da un dispositivo. La rapidità della comunicazione deve essere sfruttata senza generare passività, per cui non dobbiamo spegnere il nostro senso critico “. -ha osservato la studiosa. Massimiliano Stocchi, psicologo e psicoterapeuta, ha trattato l’argomento “Nuove tecnologie e vecchi rischi”: ha coinvolto sul palco gli studenti del Mattei che hanno interpretato il corto “La fibra ottica dell’amore” per riflettere assieme a loro sui ruoli contrapposti dei due protagonisti, tra i quali uno era più legato al mondo della tecnologia, mentre l’altro più a quello della letteratura. “I nativi digitali potrebbero avere difficoltà a gestire l’attesa e la solitudine, abituati alla comunicazione istantanea e a poter collegarsi agli altri con i dispositivi”- ha affermato. Agli immigrati digitali, come i professori, il compito di guidare i ragazzi, nativi digitali, nel labirinto della rete.

Nausica Strever

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