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Le ragioni della vittoria di Marco Marsilio

E così, in questa lunga notte elettorale, il vento dalla Sardegna s’è girato in ponentino, portando sull’Abruzzo nuvole e pioggia, che hanno inzuppato e reso paludoso il campo largo del centrosinistra regionale. La vittoria del governatore Marsilio risulta dunque netta e indiscutibile, segno evidente che l’affermazione in Sardegna del centrosinistra non ha scalfito la granitica coesione della coalizione regionale di centrodestra, e che ad oggi prosegue quasi indisturbata la luna di miele tra Giorgia Meloni e gli italiani.

Adesso, importanti impegni attendono il nuovo governo regionale: la questione ospedali e liste d’attesa, il nodo trasporti e logistica, la crisi delle aree industriali, le difficoltà dell’agricoltura e della pesca, la fuga dei giovani, il rilancio ineludibile del turismo e la lotta contro lo spopolamento delle zone interne. Sfide improcrastinabili e da affrontare con tutta l’energia e le capacità possibili, con la consapevolezza che da esse deriverà il futuro prossimo e degli anni a venire per la nostra regione.

Emergenze che, in realtà, risultano annose e davvero difficili da risolvere, e che saranno il vero banco di prova per la nuova maggioranza di governo regionale, chiamata a rimboccarsi le maniche e a proseguire il percorso intrapreso dalla scorsa legislatura.

Nel centrosinistra, ovviamente, si respira ancora una volta la cocente aria della sconfitta, nonostante i segnali tutto sommato promettenti provenienti dal territorio. Con ogni evidenza, l’esperimento elettorale del campo largo non ha convinto la maggioranza degli abruzzesi, che hanno comunque apprezzato la leadership di D’Amico. Forse, come sostiene qualche politologo, il campo era troppo largo e nel suo recinto perimetrale rientrano più personaggi e partiti che appaiono, agli occhi dell’elettorato, poco adatti alla convivenza in un’unica coalizione. Di certo, il tentativo di creare un’unica forza politica da contrapporre al centrodestra, pur risultando perdente, può essere la strada giusta per approdare a un sistema bipolare: andranno ricalibrate alcune alleanze e chiariti diversi ruoli, ma la strada sembrerebbe tracciata. A meno che, dopo la débâcle elettorale di ieri, il centrosinistra non scelga di ridividersi di nuovo, sciogliendo come neve al sole il campo largo battuto dal vento di ponente.

Fabrizio Scampoli

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