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Regole sulla cremazione, a Vasto le agenzie funebri protestano

Le imprese funebri del Vastese chiedono aiuto. Paolo Rullo , il presidente dell’ Anifa, l’associazione che li rappresenta, ha presentato un esposto ai Nas , segnalando le regole dannose imposte dalla Asl per i defunti che chiedono di essere cremati. Il prelievo del dna, previsto prima della cremazione, per ordine della Asl deve essere fatto obbligatoriamente a Chieti.

” Questo comporta disagi per le famiglie dei defunti e costi aggiuntivi”, dice Rullo . “C’è poco rispetto dei defunti e delle loro famiglie. I cittadini sono esasperati e così anche i titolari delle agenzie.”

A scriverlo, ieri mattina, sulla pagina di Vasto del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro, è la collega Paola Calvano.

“Ho curato “, racconta Camillo Del Re  al quotidiano Il Centro – ” il funerale di una persona che aveva scelto la cremazione. Era persona giovane, deceduta per un male incurabile. Per poter procedere alla cremazione, alla salma sono stati eseguiti, secondo normativa nazionale, dei prelievi biologici. Questo serve perché con la cremazione, il corpo del defunto viene incenerito e di conseguenza si perde la possibilità di eseguire test genetici, per cui questi campioni prelevati vengono conservati per 10 anni, a cura della asl di competenza.
E qui inizia l’odissea: l’unico ente territorialmente competente nella nostra Asl è l’ospedale di Chieti. Questo comporta che l’impresa funebre deve mettersi in contatto con il medico legale di turno, concordare un appuntamento che va preso, secondo regolamenti della asl, entro le 48 ore dal decesso ed in ogni caso prima della celebrazione delle esequie, mentre la salma viene ancora vegliata. Immaginate dover spiegare ad una famiglia, che ha già subìto un lutto, che a breve andremo a prendere la salma per una mezza giornata per portarla in giro fino a Chieti, fare i prelievi e riportarla di nuovo indietro, dopo aver sigillato definitivamente la bara? Immaginate il disagio della famiglia che ha la camera ardente allestita in casa vuota ! Perché bisogna andare per forza a Chieti? “.

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