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Vasto, al via i lavori di consolidamento nella riserva naturale di Punta Aderci

Consolidamento del costone a ridosso della scaletta che porta al mare, sistemazione dei canali di scolo e messa in sicurezza di un piccolo tratto sotto la spiaggetta di Punta Penna. Sono le aree oggetto di intervento per il contenimento del dissesto idrogeologico. I lavori, appaltati a luglio 2023 alla ditta Tenaglia di Casoli, sono iniziati ieri nella riserva naturale di Punta Aderci con un netto ritardo sulla tabella di marcia dovuto, in gran parte, sia all’approvvigionamento del materiale, sia all’affidamento di sub appalti.

L’importo complessivo degli interventi è di 213.719 euro a fronte di un finanziamento di 270mila euro assegnato dalla Regione Abruzzo a novembre 2020, a distanza di tre mesi dal grande incendio che interessò l’area protetta. In quella occasione vennero preventivate opere ritenute di “somma urgenza”. L’assegnazione del finanziamento regionale fu la prima risposta all’incendio che interessò l’area protetta il 30 agosto 2020. Il rogo che si sviluppò a partire dalla sommità della falesia, propagandosi verso il mare fino all’area dunale, interessando anche opere e manufatti esistenti, mise in evidenza la presenza di diversi fenomeni erosivi e franosi.

E’ quindi sorta la necessità di programmare, sulla base del verbale del sopralluogo redatto dal Genio Civile, una serie di interventi infrastrutturali a basso impatto ambientale, volti alla riduzione del rischio idrogeologico del versante della falesia. Previste anche attività di riforestazione con arbusti e piante autoctone al fine di contenere l’erosione. Il rogo interessò circa il 10% della superficie della riserva, che nel tempo ha ripristinato la vegetazione andata distrutta nell’incendio.

L’impresa ha iniziato i lavori lungo le scalette che dal vialone della zona industriale portano alla spiaggetta di Punta Penna”, spiega la vice sindaca Licia Fioravante, “sono previste palificate di sostegno, staccionate e regimentazione delle acque”.

L’intervento non riguarderà, però, la voragine che taglia in due il vialone della zona industriale, oggetto di un contenzioso fra Arap e l’imprenditore Roccarlo Iacovitti.

I danni provocati dall’incendio vennero quantificati all’epoca dalla Cogecstre – la cooperativa di Penne che ha in gestione l’area protetta – con l’ausilio di un drone. Grazie alle immagini catturate dall’alto fu possibile valutare le dimensioni della superficie bruciata dal rogo, punto di partenza per le necessarie azioni di ripristino ambientale. A distanza di qualche giorno dall’incendio ci fu anche un sopralluogo tecnico-scientifico effettuato dai botanici Gianfranco Pirone e Caterina Artese, da cui emerse anche la necessità di rinaturalizzazione dell’area a monte della falesia.

Anna Bontempo (Il Centro)

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