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D’Amico: “Giuste e sacrosante le tante ragioni della protesta degli agricoltori ma bisogna trovare sintesi e priorità”

Tacere sulle plurali e molteplici ragioni delle spontanee proteste di migliaia di agricoltori ed allevatori non è possibile; solidarizzare con loro sia per la quasi quarantennale attività professionale e lavorativa svolta ininterrottamente nel settore che per le varie esperienze amministrative avute, ed ancora in corso,  livello locale e provinciale  è cosa doverosa.

E’ evidente e chiaro a tutti che è una protesta che non ha chiara paternità sindacale anzi, le sigle sono aborrite se non quasi ‘odiate’,  le quali  somma una diversità di motivazioni tutte comprensibili, condivisibili e dimostrabili oltreché facilmente riscontrabili e che una vera, unica ed unitaria sintesi rappresentativa non c’è e non esiste; quest’ultimo, a mio sommesso avviso, è il vero limite di tutta la protesta che, In Italia, fa da palese contraltare a quanto invece parallelamente accade in altri paesi Europei dove chi guida e governa la protesta è  riconosciuto e visibile.

Questo evidente limite si è palesato a tutti quando, la settimana scorsa, in una manifestazione svolta davanti all’Europarlamento a Bruexelles anziché una rappresentanza degli agricoltori Italiani, che da due settimane e quotidianamente protestano lungo strade ed imbocchi autostradali, sui media e social è apparso con il suo bel gilè giallo il presidente Nazionale della Coldiretti che, in questa vicenda, fa parte  dei soggetti accusati d’ aver ‘….abbandonato al proprio destino gi agricoltori e l’agricoltura Italiana a dispetto delle regole imposte dall’UE’.

La mancanza di una chiara priorità nell’ordine delle cose per le quali si protesta e si rivendica verso le Istituzioni tutte unita alla mancanza di  una sintesi forte e rappresentativa porta a questo genere di cattiva comunicazione informativa che confonde la pubblica opinione.

Certamente i problemi legati all’aumento delle tasse e tributi, l’alto prezzo del gasolio, la scarsa remunerazione del lavoro che si unisce alla mancanza di una seria politica di filiera produttiva credibile, la proliferazione incontrollata degli ungulati senza una seria politica di contenimento, la mancanza di una visione programmata di vera tutela del suolo, l’alto costo dei prezzi dei mezzi di produzione, le politiche della PAC 2023/2027 fortemente penalizzanti verso la zootecnia e tante altre questioni che mi esonero volutamente  di elencare sono argomenti di cui parlare e spiegare alla comunità tutta perché non solo comprenda le ragioni della protesta di agricoltori ed allevatori ma le faccia proprie e solidarizzi in concreto con la categoria tutta.

Confermo tutta la mia personale vicinanza e solidarietà con i tanti operatori agricoli che in queste settimane manifestano per il loro diritto ad una migliore  vita, che fanno quotidiani sacrifici purtroppo malpagati e poco riconosciuti,  che lasciano la coltivazione dei propri campi ed allevamenti per la difesa della loro dignità ma suggerisco anche loro di non essere ‘contro a prescindere’ le organizzazioni di rappresentanza perché, loro malgrado e tutte insieme al di là delle rispettive dimensioni, hanno forza e credibilità se mettono al centro concreto dei loro interessi gli agricoltori e gli allevatori; da ciò un invito a viverle intensamente e con protagonismo la vita delle stesse.

Il mondo della rappresentanza sindacale  agricola ha profondo bisogno di rinnovamento culturale nell’esercizio delle funzioni che le sono proprie per vivere una nuova stagione di protagonismo soprattutto animato dalla partecipazione vera ed attiva delle giovani generazioni ma, se queste scappano via, piuttosto che il ‘nuovo che avanza’ resterà sempre miseramente l’azione del ‘vecchio che resta’!!!

Camillo D’Amico 

 

 

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