Da un anno e mezzo la Procura di Vasto indaga per istigazione al suicidio. Al momento non ci sono indagati. I familiari sono però certi che Jois non si suicidò e confidano nella magistratura affinchè la morte del loro caro non venga dimenticata e soprattutto non resti impunita. Stiamo parlando di Jois Pedone.
La Procura di Vasto ha più volte assicurato alla famiglia che è determinata a scoprire la verità e anche se coperte dal massimo riserbo le indagini proseguono.
Stamane, sulla pagina di Vasto del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro, la collega Paola Calvano ha sentito la zia del ragazzo, Pia Regina.
“Il silenzio che circonda le indagini su mio nipote è lacerante. Il mistero che circonda la morte di mio nipote è diventato insopportabile. Lancio un appello alla Procura di Vasto. Per favore dateci una risposta. Se le perizie non hanno prodotto nulla è importante per noi saperlo. Il silenzio non ci permette di rassegnarci ad un lutto così atroce “.
Come si ricorderà, il corpo del ragazzo venne trovato, la mattina del 21 agosto del 2022, in posizione verticale vicino ad un trabocco con un borsone pieno di 40 chilogrammi di rena legato alla caviglia. Sul suo collo, stampata, una zeta. Una sorta di marchio a fuoco. Il tragico ritrovamento stava per essere archiviato come suicidio. La famiglia del ragazzo, che frequentava la facoltà di Economia all’Università di Parma, è convinta che il giovane sia morto a causa di un rito esoterico sfuggito di mano. Ma chi partecipò a quel rito. Tante ancora le domande rimaste senza una risposta.
” Per noi è importante saperlo “ dice Pia regina alla collega Paola Calvano del Centro .” Il timore che l’indagine possa essere archiviata senza sapere neppure perchè è grande . Mi appello all’umanità dei giudici che si stanno occupando della morte di mio nipote “.
