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Paolucci sul deficit della sanità: “La Corte dei conti certifica il nostro allarme e il fallimento del Governo regionale”

“La relazione della Corte dei Conti mette nero su bianco una denuncia da noi lanciata mesi e mesi fa: dicemmo che a fronte della mancata programmazione della sanità regionale il passivo sarebbe diventato a nove cifre e Marsilio disse che eravamo allarmisti. Oggi la sezione regionale della Corte dei Conti nella sua relazione dedicata alla sanità afferma che il passivo del risultato di esercizio è lievitato dai 72.145.213 euro del 2021, ai 169.590.509 euro del 2022, dati che certificano la completa latitanza del centrodestra nella governance della sanità”, commenta il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci.

“I dati aggiornati sulla passività delle Asl messi nero su bianco dalla Corte parlano chiaro: ammonta a -70.449.118 di euro l’importo per la Asl dell’Aquila; la Asl di Pescara è a -46.746.295; quella di Chieti -27.368.376; la Asl di Teramo è  a -25.026.720 – incalza Paolucci – Stavolta non lo dice la politica, lo dicono i giudici amministrativi. È da questi importi in rosso che si arriva al totale di -169.590.509 di passivo. Non solo, nella relazione viene certificato anche il costo della crescente mobilità passiva che porta e porterà sempre più abruzzesi a curarsi fuori regione. Infatti, a fronte dei 79.769.762 euro incassati dalle Asl per pazienti che vengono a curarsi in Abruzzo, le prestazioni invece offerte ai pazienti abruzzesi che sono andati a curarsi fuori regione sono più del doppio, pari a 165.454.069 di euro. È la prova provata che sulla sanità non si è andati oltre gli annunci, tant’è che la Corte richiama la Regione a una gestione più oculata e rispondente alla situazione debitoria. In sostanza afferma le stesse cose che in questi cinque anni abbiamo denunciato: sono fermi sulla programmazione e 700 milioni di risorse, fra l’articolo 20 e il PNRR, sono in attesa di essere investiti; crollano a meno 25.000 le prestazioni sanitarie e migliaia di abruzzesi vanno a curarsi fuori facendo lievitare a circa 92 milioni di euro i costi della mobilità passiva, mentre chi resta deve aspettare due anni per una tac e mesi per essere visitato, rischiando di morire al Pronto soccorso, malgrado sforzi e dedizione del poco personale ospedaliero. Queste non sono note di merito, è lo scenario del fallimento di Marsilio anche sulla sanità”.

 

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