Venerdì sera a Palazzo d’Avalos è stata inaugurata la prima mostra dedicata a Piero Gilardi dopo la sua recente scomparsa. L’iniziativa promossa dalla Sangallo Arte Moderna con il patrocinio del Comune di Vasto propone una selezione di oltre trenta “tappeti natura”.
“Saluto con profonda gratitudine l’iniziativa espositiva che l’amico Giorgio Di Michele Marisi ha voluto donare alla nostra cittadinanza – ha dichiarato il sindaco Francesco Menna – nel periodo di maggiore fruizione turistica di questo “angolo di paradiso” in cui abbiamo la fortuna di vivere. Un’esposizione giustamente voluta come centrale nel calendario di eventi estivi promosso dall’assessorato alla Cultura perché propone l’opera di un artista completo, recentemente scomparso, animato dal fuoco della testimonianza di quanto sia urgente e non rinviabile una piena e consapevole riconversione ecologica della nostra società”.
“Siamo onorati di ospitare a Palazzo d’Avalos l’esposizione di Piero Gilardi, Maestro dell’arte povera annoverato tra gli artisti italiani del secondo dopoguerra più influenti a livello internazionale. Un visionario: in primo luogo – ha aggiunto l’assessore Nicola Della Gatta – perché ha messo il suo genio e le sue capacità professionali a disposizione della più rilevante sfida di civiltà, la questione ecologica, da cui dipende la vita di questa umanità e di quelle che verranno dopo di noi. Ma anche perché, con ottimismo ed entusiasmo, ha creduto fermamente nella capacità dell’arte di rinnovare il mondo e contribuire all’armonia tra natura e cultura”.
“I tappeti natura – ha evidenziato Giorgio Di Michele Marisi – sono realizzati in poliuretano espanso che riproducono porzioni di natura ed al contempo rappresentano una critica all’industrializzazione e alle relative conseguenze ambientali. Gilardi utilizza il poliuretano, un prodotto di derivazione industriale, per ricreare e rigenerare artificialmente la natura che l’industria stessa ha distrutto”.
“Vasto celebra Gilardi con questa ampia mostra. Come un artefice paziente, l’artista ha lavorato con cura e passione – ha concluso il curatore della mostra Lorenzo Canova – progettando prima con i suoi raffinati disegni che danno forma alle idee, per poi ricostruire frammenti di ambiente che scompaiono ogni giorno”.
