Non mi sarei mai aspettato che tanti napoletani vivessero a Vasto (circa 1370 campani per lo più di Napoli, una percentuale decisamente alta considerato il totale degli abitanti. Una presenza che neppure si percepisce camminando per le strade, andando a fare la spesa nei mercati rionali oppure nelle normali attività quotidiane di città, perché il napoletano solitamente è chiassoso e si fa notare. Invece qui sono tranquilli, sarà forse che a Vasto vivono senza dover sottostare ai ritmi frenetici della grande città? Qui si confondono con i vastesi con i quali dialogano facilmente anche grazie ad una quasi comunanza dialettale.
Il gruppo più numeroso dei campani che risiedono a Vasto è rappresentato da quelli provenienti da Napoli e provincia, seguiti nell’ordine da beneventani, casertani e avellinesi e salernitani ma in numero decisamente minore.
Gli avellinesi vivono in un territorio morfologicamente in parte simile all’Abruzzo, verdeggiante, collinare, tanto che essi considerano la loro terra una piccola Svizzera del meridione, gente tranquilla che conduce vita spartana.
I salernitani poi sono molto attaccati al loro territorio ed è più difficile trovarli a Vasto.
I Casertani si muovono con maggiore facilità specie quelli dell’entroterra, sicuramente per la stretta vicinanza con il Molise.
Ma è la provincia di Benevento quella che storicamente è più legata al territorio di Abruzzo e Molise, forse perchè legati anche da una comune storia che affonda nel Medio Evo. Per trovare altre significativi legami tra “napolitani” (come venivano giustamente denominati una volta) mi piace anche ricordare che a Napoli v’è un quartiere a ridosso della stazione centrale che si chiama Vasto, sorto in una zona in origine paludosa. Tuttavia o Vasto, non si chiamava così perché abitata da soggetti provenienti da questa cittadina d’Abruzzo, come qualcuno ancora sostiene, ma perchè allora come oggi è “guasta” essendo rimasta una zona degradata e off limits sotto il profilo della sicurezza.
Perché tanti napoletani a Vasto? La questione meriterebbe una più ampia ed articolata disamina. Oso dire che si sono trasferiti qui innanzi tutto per amore della natura e della quietudine oppure perché invaghiti di qualche bella e genuina ragazza del posto o viceversa di qualche giovinotto o ragazzotto. Oppure per ragioni di studio.
Quanti studenti sbarcati nelle prestigiose università di Napoli o di Salerno hanno allacciato relazioni sentimentali e convinto le persone amate a venire in Abruzzo? La più importante delle ragioni penso di poter dire sia il desiderio che i napoletani hanno di vivere in una dimensione più accettabile di vita che sempre meno di trova in una metropoli come Napoli, la voglia di sedersi al bar e gustare un buon caffè, di fare due chiacchiere con amici senza doversi preoccupare ad esempio di dove lasciare la macchina. Più che attratti dalla bellezza del golfo lunato e dalla natura circostante che fa di Vasto un luogo ameno ed affascinante, il napoletano è sollecitato a spostarsi sulla costa adriatica ed a scegliere Vasto per la possibilità che gli si offre di vivere in tranquillità il suo quotidiano. Anche se esistono differenziazioni per così dire antropologiche, il vastese è ad esempio più diffidente mentre il napoletano è più aperto caratterialmente, quest’ultimo trova qui un ambiente congeniale. Unico neo e che egli non partecipa attivamente alla vita sociale e questo è un difetto tipico di tutti gli italiani che non si sentono parte integrante delle comunità ospitanti. Comunque le due culture si legano bene considerando il glorioso passato storico-culturale che li accumuna.
Mario Mauro, un napoletano a Vasto
Fonte mikhael.altervista.org
