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Punta Penna, gli operatori dicono no alla ciclopedonale di via Osca

“Da notizie di stampa, si è appreso che ci sarebbe una richiesta, inoltrata al presidente della Provincia, Francesco Menna, per trasformare una corsia di Via Osca in pista ciclopedonale.

La proposta, se accolta, comporterebbe un notevole disagio per l’ingresso e l’uscita dalla zona industriale, con un conseguente impatto negativo per le attività portuali. Va ricordato, per amore di verità, che la questione, già in passato, è stata ampiamente analizzata e dibattuta tra tutti i portatori di interesse locali.

Proprio l’Amministrazione provinciale di Chieti, consapevole dei risvolti problematici legati al traffico pesante che interessa la zona industriale e portuale, ha predisposto, un progetto, in assonanza con le indicazioni delle imprese portuali, i trasportatori e Confindustria, ottenendo i pareri favorevoli della Capitaneria di Porto, Comune di Vasto, Regione, Arap e Patto Trigno Sinello. La proposta tecnica è stata inviata alla Regione Abruzzo, per reperire i relativi finanziamenti, ed è stata inserita nel più ampio progetto che interessa anche il restante tracciato di Cerrano, Torino di Sangro e Casalbordino.

Va detto, per inciso, che se via Osca diventasse a un solo senso di percorrenza, considerando il solo traffico legato alle merci, abitualmente stoccate nei magazzini della zona industriale, si produrrebbe un danno economico annuale superiore a trecentomila Euro. Infatti, il percorso a una sola direzione di marcia, passerebbe dagli attuali cinque chilometri a ben tredici dove, al costo di percorrenza si sommerebbero quelli del nolo delle navi, in conseguenza della minor resa giornaliera per le operazioni di carico e scarico.

Pensare che la soluzione, anche se temporanea, possa risolversi con l’apposizione di qualche cartello stradale e la segnaletica orizzontale, non è serio e non è rispettoso verso chi lavora ogni giorno e si confronta con il mercato della logistica infrastrutturale del porto e dei suoi servizi. La competitività delle aziende del territorio si basa, essenzialmente, sulla disponibilità di prestazioni efficienti e sulla riduzione dei costi.

Proposte come queste, senza una seria capacità di confronto e ascolto, buttano discredito sul porto e sullo stesso suo sviluppo, a maggior ragione adesso che Io scalo è diventato di interesse Nazionale ed è stato inserito, a pieno titolo, nel sistema dell’Autorità portuale di Ancona. Se Vasto è ancora considerato un polo attrattivo di investimento, come dimostra la recente acquisizione della Sider Vasto da parte del gruppo Arvedi, il merito è anche della capacità organizzativa e programmatoria dimostrata negli anni e la valenza del suo porto.

Invitiamo tutti gli Enti, le imprese e la popolazione a vigilare e contrastare queste proposte e difendere il porto, quale volano di sviluppo dell’intero territorio bisognoso di crescita e lavoro”.

Gli operatori portuali

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