Sono stati ascoltati ieri mattina in tribunale i tre giovani per i quali il gip Silvia Lubrano ha disposto la misura cautelare del divieto di dimora nel territorio della provincia di Chieti. I tre giovani sono L.M., 34 anni, D.P.A., 24 anni e D.L.L., 24 anni che la scorsa estate furono i protagonisti con altri 5 giovani di una movimentata rissa. Sono indagati a vario titolo per i reati di lesioni personali aggravate, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo e oggetti atti a offendere, esplosioni pericolose e danneggiamento.
Due di loro (L.M. e D.P.A) assistiti dagli avvocati Alessandro Orlando e Massimiliano Baccalà, hanno risposto alle domande del giudice, respingendo ogni responsabilità e chiarendo la loro posizione. D.L.L. assistito dall’avvocato Arnaldo Tascione si è invece avvalso della facoltà di non rispondere. Tutti e tre gli avvocati hanno poi chiesto la revoca della misura cautelare e il giudice si è riservato di rispondere.
Certo è che per E.C. 28 anni compagna di L.M. è stata una brutta esperienza. La donna, non indagata e parte offesa, venne ferita alla schiena. A salvarla furono i medici dell’ospedale Santissima Annunziata di Chieti. La giovane donna è viva per miracolo. Durante la baruffa venne ferito anche un altro giovane, L.D., 29 anni, di Scerni, colpito alla testa e alla coscia.
Gli investigatori hanno appurato che i coltelli spuntati fuori durante la violenta zuffa furono due: uno usato dal feritore di L.D. e un altro dalla persona che ferì E.C.. Contro quest’ultimo partì la spedizione punitiva di un gruppo di rivali. Qualcuno sparò anche all’auto del 29enne.
Paola Calvano