Leggendo il documento della Corte dei Conti, ci stupiamo delle affermazioni trionfalistiche del Sindaco Menna, e ci viene il dubbio che Menna – pur presente all’udienza dello scorso 15 febbraio a L’Aquila – non abbia capito la sentenza della Corte dei Conti, o meglio che abbia fatto finta di non capirla.
In primo luogo la Corte dei Conti ha ripercorso con dovizia di particolari tutta la serie di spese superflue e svarioni contabili commessi dalle amministrazioni di centrosinistra dal 2015 in poi, e in particolare modo nel periodo 2019-2020, per il quale il Sindaco e la sua maggioranza dovrebbero chiedere scusa alla cittadinanza.
A seguire la Corte ha approvato – con prescrizioni- il piano di riequilibrio del Comune di Vasto. Ma quali sono queste prescrizioni?
In primis quella di ridurre al minimo tutte le spese non necessarie e obbligatorie a cui dovrà far fronte il Comune da oggi fino al 2036, poi la Corte ha raccomandato di acclarare l’effettivo utilizzo dei fondi Covid 2020-2021 che giacciono da qualche parte nei meandri del nostro bilancio. Infine i magistrati contabili hanno prescritto tassativamente al Comune di applicare il piano di riequilibrio “lacrime e sangue” varato dal centrosinistra, senza il nostro voto, a giugno 2022.
Piano che – è giusto ricordarlo – prevede l’aumento di tutti i servizi a domanda individuale da parte dei cittadini, dalle mense scolastiche ai servizi sportivi, la dismissione del patrimonio pubblico per una cifra non inferiore ai 500.000 euro l’anno, e un aumento di 1 milione di euro l’anno, fino al 2036, delle riscossioni di imposta.
Se tutte queste scelte, sciagurate per i cittadini, non si realizzeranno – ammonisce la Corte- ci saranno gravi sanzioni. Infatti i giudici scrivono: “L’effettiva e integrale implementazione delle misure programmate sarà costantemente monitorata dalla Sezione (della Corte dei Conti), ben potendo eventuali ritardi o una minore incisività delle misure supportare l’accertamento di una grave irregolarità a cui la legge fa conseguire l’effetto cautelare del cosiddetto “blocco della spesa” ai sensi dell’articolo 148-bis, comma 3, del TUEL”.
Insomma un documento pieno di censure, critiche e avvertimenti che certifica soltanto che se il “piano Menna” non verrà applicato, alla lettera, si potranno verificare le più gravi conseguenze legali e contabili per l’ente.
Infine la Corte prescrive un rigido controllo semestrale del livello di attuazione del Piano, sul quale manifesta molte perplessità.
Lontani dai toni trionfalistici del Sindaco e dei suoi sodali, resta in noi la preoccupazione per un futuro, ormai certificato, caratterizzato da più tasse e meno servizi: la Corte infatti sentenzia esattamente questo, che la nostra situazione debitoria è grave e pesante e che solo con le misure elefantiache di austerity previste dalla sinistra per i prossimi 15 anni l’ente comunale potrà salvarsi dalle procedure di dissesto, espressamente citate nel deliberato.
Questo con buona pace degli “urlatori seriali” che Menna denuncia, categoria a cui non sappiamo bene se apparteniamo, ma che è comunque di gran lunga preferibile a quella dei “bugiardi seriali”.
Invece di esultare, Menna e la sua maggioranza farebbero bene a chiedere scusa ai vastesi e a mettersi le mani nei capelli per i debiti e i sacrifici che hanno imposto ai cittadini e agli amministratori comunali che verranno, da oggi al 2036. Loro non lo faranno. Saranno le future generazioni a pagare questo conto salato che rappresenta l’unica, reale, e sicura eredità di questa amministrazione capricciosa e spendacciona.
I consiglieri comunali di centrodestra, Suriani, Prospero, Giangiacomo, Soria e Monteodorisio.