“Reparti in sofferenza, personale pronto ma ancora in attesa perché né la La Regione, né la Asl di Chieti danno seguito alle assunzioni dopo il concorso dell’autunno 2021 per la selezione di Oss di categoria B. Dopo le mobilitazioni dei 162 candidati, l’interpellanza da noi presentata all’esecutivo, dopo la promessa ricevuta che la Asl avrebbe proceduto, c’è stata una delibera della Asl di Chieti del 28 agosto e la richiesta di documenti che gli operatori idonei avrebbero dovuto inviare entro l’8 agosto: sono passati 10 giorni da quella data e non si sa ancora nulla. Nessuno ha agito, nonostante l’assessore alla Sanità abbia detto di procedere, gli operatori sanitari restano a braccia incrociate e con il timore che la campagna elettorale ritardi ancora di più procedure andate già oltre ogni termine”, il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci, che sull’argomento, prepara ora un’interrogazione per capire le cause dell’inerzia.
“Non si può andare contro la legittima aspettativa di lavoro di chi ha fatto un concorso e lo ha superato – incalza Paolucci – peraltro perseverando in una scelta, quella di non assumere, che lascia ancora scoperti reparti e settori che da mesi sono sotto organico e rischia di mettere in competizione categorie di lavoratori che hanno tutti bisogno e diritto a un contratto stabile. Eppure la Regione aveva espresso da subito la volontà di procedere alle assunzioni entro i sei mesi annunciati, per introdurre nel sistema sanitario regionale e su tutte le 4 Asl, 334 figure professionali entro fine 2021, tra cui 196 Oss, 90 infermieri e 48 collaboratori amministrativi. Sono passati 10 mesi e queste sono ancora promesse, aggravate dagli annunci del mese scorso sul fatto che le chiamate sarebbero state imminenti a Chieti, ma anche altrove. Annunci fatti a uomini e donne che erano scesi in piazza a rivendicare il proprio diritto e ai quali la Regione e la Asl avevano risposto che avrebbero proceduto alle assunzioni, nonostante il rischio che i ricorsi pendenti sulle prove avrebbero potuto condizionarli. Invece, ancora una volta, erano solo parole. L’auspicio è che questa ulteriore “sveglia” sia la definitiva e che non serva una nuova mobilitazione degli interessati, esasperati dall’attesa. Di certo è la conferma che chi governa la sanità oggi, lo fa senza un orizzonte e senza quella programmazione che avrebbe evitato questo e tanti altri problemi, primo fra tutti la mobilità passiva, la perdita sempre più imponente di pazienti che sono costretti a curarsi fuori perché in Abruzzo trovano solo liste di attesa e tempi lunghi ed estenuanti”.