Omicidio colposo di un lavoratore edile. E’ questa l’accusa da cui dovranno difendersi il 15 settembre, M.N. 43 anni di Vasto, N.D. 41 anni di Palmoli e A.L. 68 anni di Torrebruna per la morte di Nicola Di Biase, 59 anni operaio edile di San Salvo che l’11 novembre 2020 cadde da un terrazzo privo di parapetto. Il giudice Fabrizio Pasquale ha fissato per quel giorno l’udienza preliminare.
Le condizioni del 59enne non sembravano inizialmente serie, lui stesso aveva rassicurato gli operatori del 118 che lo avevano trasferito in eliambulanza a Pescara. Purtroppo, però, il suo cuore si fermò mentre erano ancora in corso gli accertamenti.
Nel riscostruire la dinamica, i carabinieri, giunti sul posto al momento della tragedia per i rilievi del caso, accertarono le diverse mancanze del cantiere.
In base a quanto riferito dagli investigatori, il procuratore Giampiero Di Florio ha chiesto e ottenuto il giudizio per i tre, accusando i primi due, “quali legali rappresentante delle ditte di costruzioni interessate ai lavori della palazzina di via Montegrappa, di aver omesso di realizzare opere di prevenzione per la sicurezza dei lavoratori”.
Il terzo, in qualità di coordinatore, non avrebbe redatto un piano di sicurezza e coordinamento.
A difendere i tre edili saranno gli avvocati, Antonello Cerella, Luigi Masciulli e Carmine Petrucci.
Otto i familiari che si sono dichiarati parti lese e hanno intenzione di costituirsi parte civile.
L’autopsia eseguita sul corpo della vittima accertò che la causa della morte fu “un arresto cardiaco provocato da una emorragia dell’emotorace sinistro e fratture multiple del bacino per politrauma da precipitazione”.
Paola Calvano
