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Possibile Vasto: “Gravi ed infondate le affermazioni di Forte sul diritto all’aborto”


Risale a pochi giorni fa un’intervista che Monsignor Forte, Vescovo dellArcidiocesi di ChietiVasto, ha rilasciato al quotidiano la Repubblica dopo lemanazione, il 24 giugno scorso, della sentenza della Corte Suprema Americana che ha sovvertito, con cinque voti favorevoli e quattro contrari, la precedente sentenza Roe vs Wade, ritendendo che il diritto allaborto non sia protetto dalla Costituzione degli Stati Uniti e rendendo la competenza a legiferare sullaborto agli stati federali.

La storica sentenza Roe vs Wade era una pietra miliare dei diritti civili perché garantiva alle donne americane di disporre del proprio corpo in tutto il Paese: in precedenza l’aborto era illegale in 30 stati; in 13 era legale in caso di pericolo per la donna, stupro, incesto o malformazioni fetali; in 3 solo in caso di stupro e di pericolo per la donna, mentre in soli 4 stati l’unico requisito richiesto era la libera volontà della donna.

Nelle parole di Forte a riguardo si trovano affermazioni molto pesanti, che colpevolizzano la donna per privarla del pieno controllo sul proprio apparato riproduttivo e sul proprio corpo, in piena contraddizione con la sua stessa idea che la vita umana a qualunque stadio del suo sviluppo non sia un bene privato di cui disporre a proprio piacimento. Ciò che appare è che invece sia il movimento prolife in cui si identifica Forte stesso, parlando di cultura della vita a voler disporre come proprio bene dei corpi delle donne.

Ancora, si parla di soluzioni che continuano ad avere al proprio interno il problema: il Vescovo parla di adozioni prenatali, come se queste non togliessero, comunque, alle donne il diritto di scegliere, che continua ad essere la criticità che il clero pare non voler cogliere.

In modo particolare a sconcertare è anche il paragone di impatto quanto fuori luogo fatto con le morti causate dalla guerra in Ucraina. Paragonare un diritto (che in Italia è sancito dalla legge) ad azioni belliche lascia intendere quali siano le priorità della Chiesa in un momento così complesso: anche una guerra diviene occasione buona incolpare le donne, quasi a voler caricare sulle loro spalle il peso di un danno
aggiuntivo ad una situazione in cui non sono direttamente coinvolte.

Tornando negli USA, è molto significativo ciò che ha detto la Deputata del Congresso Alexandria Ocasio Cortez dopo la sentenza, ricordando a tutti che, se davvero il Partito Repubblicano avesse a cuore la sacralità della vita, come dice, non dovrebbe opporsi a regolamentare il possesso delle armi altra piaga degli Stati Uniti e dovrebbe votare a favore della copertura universale sanitaria per i minori.

Siamo pienamente coscienti che questa sentenza non avrà soltanto conseguenze sociali, ma anche politiche ed istituzionali; pertanto riteniamo gravi ed infondate le affermazioni del Monsignor Forte, in cui constatiamo una mancanza di attenzione alle conseguenze morali, fisiche, economiche e psicologiche che le donne americane, a causa di questa sentenza, saranno costrette a subire. Da questa narrazione prendiamo
fermamente le distanze e chiediamo che lo stesso facciano le forze politiche del campo progressista della nostra città e del nostro territorio.

Riteniamo un principio inviolabile la possibilità che le donne possano scegliere cosa fare del proprio corpo e riteniamo la maternità una scelta che non possa essere imposta per legge. Vogliamo inoltre sottolineare come, l’estrema conseguenza di questa sentenza, sarà anche quella che vedrà parte di queste donne ricorrere a pratiche illegali mettendo a rischio la propria vita in nome di leggi ingiuste e retrograde.

Non è stato vietato laborto, ma laborto sicuro.

Possibile Vasto

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