E’ cominciato giovedì davanti al giudice Bruno Giangiacomo il processo all’agente della polizia penitenziaria che aveva in custodia Antonio Di Giacomo, il 50enne detenuto fuggito il 1 luglio 2020 dalla Casa lavoro di contrada Torre Sinello per tre ore. All’agente viene contestato l’articolo 387 del codice penale (evasione per colpa).
Secondo l’accusa, l’agente penitenziario avrebbe dovuto riportare il 50enne in cella il giorno dell’evasione.
“Il mio assistito ha semplicemente ottemperato al regolamento dell’amministrazione penitenziaria”, afferma il difensore dell’agente, l’avvocato Marisa Berarducci.
I testimoni ascoltati hanno confermato questa tesi.
Paola Calvano