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Abbattimento cinghiali, Carugno: “Menna disponibile a valutare alternative”

Ho appreso oggi che anche a Vasto, come in altri comuni limitrofi, il Sindaco abbia autorizzato con un’ordinanza urgente l’abbattimento straordinario di cinghiali.

Ho scritto in privato al Dott. Menna per dargli la mia disponibilità a valutare delle alternative all’abbattimento, cominciando con dei sopralluoghi. Si è reso disponibile appena ci saranno le condizioni.

Con l’occasione gli suggerirei anche l’utilizzo di trappole fotografiche per valutare l’effettiva esigenza ed emergenza.

Sperando che la futura amministrazione ridiscuta la decisione con i rappresentanti del Movimento ORA per trovare un metodo diverso, vorrei precisare quanto segue.

Il problema cinghiali in Abruzzo, come in tutto il resto d’Italia, sempre se tale può definirsi, è il frutto di una scellerata gestione faunistico venatoria, creato dal mondo venatorio stesso con immissioni di cinghiali provenienti dai Paesi dell’est Europa degli anni passati per aumentare i periodi di caccia con il beneplacito delle Province e della Regione.

Nel frattempo il problema si è talmente aggravato da montare una rivolta popolare tale da costringere le istituzioni locali ad intervenire.

Mi auguro che la soluzione non venga affidata a coloro che hanno determinato il sorgere della questione. Sarebbe oltretutto inammissibile poiché genererebbe un conflitto d’interesse qualora si attribuisse ai cacciatori un ruolo pubblico.

Solo l’abrogazione delle attività venatoria stroncherebbe questo circolo vizioso. Meno si interviene sulla natura meno si rischiano ulteriori gravi danni a tutta la fauna selvatica.

L’esigenza di affrontare la questione sulla base di valutazioni scientifiche serie e documentate è indispensabile.

Abbiamo ormai ripetutamente sottolineato che l’espansione dei cinghiali nel territorio e la loro proliferazione sono direttamente legate ad azioni umani:

1. immissioni a scopo venatorio;
2. foraggiamenti e uccisione delle matrone (*cit.);
3. caccia.

Abbiamo anche dato delle soluzioni col comunicato stampa di luglio scorso:
1. portare i cinghiali in riserve recintate;
2. lasciare che siano gli animali stessi a limitare le nascite in funzione delle risorse naturali che trovano;
3. eliminare la fonte di tutto ciò… LA CACCIA!!!!

E che sia chiaro, la caccia non è uno sport!
(*cit.) “La matrone emette un feromone che blocca l’estro delle altre femmine: è lei l’unica che si riproduce, ma è anche quella che è più a rischio per la caccia, perché negli spostamenti mette al sicuro i piccoli e tutti i componenti del gruppo e finisce per esporsi di
più ai colpi dei cacciatori. Se viene uccisa, però, il blocco scompare e tutte le altre femmine vanno in estro. Risultato: se prima la matrona aveva 5 o 6 cuccioli, poi le sorelle finiscono per formare gruppi di 50 esemplari”.

Anna Rita Carugno
MOVIMENTO POLITICO ORA RISPETTO PER TUTTI GLI ANIMALI

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