Alle proteste del sindaco di Vasto, Francesco Menna sulla mancanza di anestetisti e sulla riapertura delle sale operatorie del San Pio è intervenuto anche il consigliere regionale del M5S, Pietro Smargiassi.
“L’impossibilità di garantire l’attività chirurgica ordinaria per la carenza di anestesisti è solamente l’ultima prova di quanto sia trascurato l’ospedale di Vasto dalla Giunta regionale”, afferma Smargiassi che continua: “Si continua a sfruttare il presidio come una passerella per fare grandi annunci a ogni campagna elettorale e poi chi prende i voti con quelle promesse non è in grado nemmeno di garantire i servizi essenziali”.
“E’ una situazione inaccettabile – prosegue Smargiassi – anche e soprattutto a causa dell’emergenza pandemica e dell’impossibilità di fare operazioni per lasciare le strutture a disposizione dei pazienti Covid”.
Per Smargiassi tutto ciò è un danno incalcolabile per tutti quei pazienti sono costretti ad aspettare ancora per interventi chirurgici necessari per la propria salute.
“E mentre si abbandonano loro – aggiunge il consigliere regionale pentastellato – si abbandonano anche i molti bravi professionisti costretti a turni massacranti e spesso a rinunciare alle ferie. Tutto ciò è ingiustificabile”.
Smargiassi chiede dunque l’immediata assegnazione di anestesisti al San Pio per riaprire nuovamente le sale operatorie e far ripartire la regolare attività del presidio.
Dal canto suo il sindaco Menna ha invitato l’assessore regionale, Nicoletta Verì a verificare da vicino anche le condizioni in cui sono costretti a lavorare gli operatori dei reparti di Geriatria e Medicina.
Su quanto sta accadendo al San Pio di Vasto è intervenuto anche l’ex primario di Rianimazione, Filippo Marinucci che afferma che quello che accade è un dejà vu che sarà risolto solo quando sarà fatta una convenzione fra Università e ospedali.
“Senza parlare del fatto – aggiunge Marinucci – che l’immagine dell’ospedale di Vasto che viene diffusa non rende merito alle eccellenze che ci sono e scoraggia gli specializzandi”.
Paola Calvano