Abbiamo letto le risultanze del recente incontro tenutosi tra le organizzazioni sindacali e la RSU della Pilkington-Nsg con i rappresentanti aziendali. Nessuna novità di rilievo e si nota il permanere di troppe aree di aleatorietà e di mancate risposte che confermano i timori di un contesto che appare sclerotizzato ed incapace di prospettare il futuro produttivo, sia dal punto di vista sindacale che manageriale. Traspare solo la tutela della rendita di posizione.
Siamo curiosi di leggere la Nota integrativa e di commento del bilancio societario dell’esercizio scorso, per capire cosa si devono, invece, aspettare gli operai dello stabilimento che hanno, nel tempo, prima imparato la difficile arte del “fare vetro” e poi perfezionato le loro esperienze sul campo fino a raggiungere ineguagliabili livelli di efficienza tecnologica e operativa.
Del nostro gioiello, progressivamente dismesso e svalorizzato, sono stati solo evidenziati gli svantaggi rispetto ai concorrenti, che risulterebbero favoriti sia dalla posizione centrale rispetto alla ubicazione delle principali case auto in europa, sia dai minori costi di produzione, relativi alle spese per il personale e per la energia.
Una tempesta perfetta, annunciata da tempo ma che viene oggi riproposta a mera giustificazione, anche da una classe politica distratta e dai Sindacati aziendali, evidentemente non attenti nella valutazione delle decisioni strategiche del Management .
Si avverte, forte, il bisogno di aria e di persone nuove e motivate.
La verità è che negli ultimi dieci anni , si sono visti pochissimi investimenti in prodotti e tecnologie e solo un grande spolvero di ammortizzatori sociali e di solidarietà tra operai , per una gestione compassionevole e complice della agonia aziendale , che pare si vorrebbe trascinare avanti, senza sussulti.
Mai avremmo creduto che si potesse arrivare tanto silenziosamente in basso e che si potesse progettare solo di restare un braccio – obsoleto ed ingombrante – di un operatore internazionale mondiale, di cui si rischia di diventare un problema: senza logistica, senza vendite e senza ricerca e sviluppo, le aziende non possono vivere.
Si continua a sentire , che il progetto di riorganizzazione del gruppo , legato alla crisi dei mercati ed alla fase pandemica internazionale, potrebbe amplificare nel vastese , gli esiti di una strategia aziendale , finalizzata all’utilizzo efficiente degli ammortizzatori sociali e del ridimensionamento degli organici delle strutture, che coinvolgerebbe tutte le aree dello stabilimento .
Evidentemente anche i Sindacati e le RSU pensano che tale problema possa essere gestito , attraverso l’utilizzo della Cassa Integrazione Ordinaria o Straordinaria – a Zero Ore –, oppure attivando il Fondo Nuove Competenze (prebende pubbliche per favorire la formazione) o attraverso i Contratti di Espansione ( che creano un costoso nuovo posto di lavoro ogni tre posti eliminati) . Se ciò è vero, ci facciamo il segno della croce, come fossimo davanti ad un funerale.
La soluzione alla crisi va, invece , assolutamente trovata nei prodotti nuovi, nella ricerca e negli investimenti . Non altro.
Un destino industriale, disegnato a tavolino, nel panel della NSG Group ci lascia disinteressati : occorre lavorare di più, per aumentare i volumi dei prodotti e per mantenere il dimensionamento aziendale , abbassando i costi fissi ; occorre inoltre effettuare il revamping di uno dei due forni float ancora in esercizio , che sono il cuore del business . I lavoratori non possono, infatti, morire di sfinimento . I Sindacati affermino questa verità con forza e agiscano con rapidità , anche traumatica , ampliando la portata del dissenso verso chi decide il futuro degli stabilimenti NSG in Europa e scavalcando chi appare – allo stato e purtroppo – privo di qualsiasi potere diverso da quello di liquidare l’impianto.
Ribadiamo con convinzione che , per Pilkington-Nsg, bisogna trattare con il governo insieme alla politica , difendendo a tutti i costi i posti di lavoro del comparto vetro italiano, e con la proprietà giapponese – che risulta attenta alle esigenze dei territori dove opera -, tratteggiando quali siano le necessità economiche e morali irrinunciabili da supportare , per superare la crisi e per rilanciare la unità produttiva di Piane Sant’Angelo .
La politica ed i rappresentanti del nostro territorio nelle Istituzioni ( Sindaci, Consiglieri e Assessori Regionali, Deputati e Senatori ) , non si accontentino di promesse ma scendano effettivamente in campo prima che sia tardi .
Il Nuovo Faro di Vasto – Edmondo Laudazi